Dal cacciavite al tablet: come cambia l’impresa
Venerdì 6, alle 18.30, Confartigianato Varese presenta l’ultimo libro di Dario Di Vico e Gianfranco Viesti. Un confronto aperto tra le proposte di un giornalista, un economista e le imprese che sanno cambiare. A moderare l'incontro Michele Mancino, vicedirettore di VareseNews
Non una semplice presentazione, ma un viaggio tra il racconto/analisi di un giornalista e di un economista e due imprenditori che hanno messo in pratica ciò che il titolo del libro dice: il passaggio dal cacciavite al tablet (per il robot ci si sta attrezzando) che oggi decreta il successo di quelle imprese che hanno deciso di cambiare.
La Gimac di Castronno (leggi l’intervista) produce macchinari per componenti in plastica destinati alla chirurgia non invasiva ed esporta in tutto il mondo una tecnologia di natura artigianale, mentre la Travetti (leggi l’intervista) applica il metodo Kaizen (in foto a destra i due titolari) – dal giapponese Kai (cambiamento, miglioramento) e Zen (buono, migliore): cambiare in meglio – e porta a Dubai e in Cina ruote, telai, maniglie, borsoni, trolley, pilot (la valigia tipica del pilota d’aerei).
Il percorso tecnologico non è né facile e né immediato, ma possibile e oggi obbligatorio: sia la Gimac che la Travetti investono in ricerca e sviluppo, viaggiano alla ricerca del mercato migliore (e non di quello più comodo), credono nella trasparenza nei rapporti e nell’eccellenza dell’artigianato Made in Italy.
Ma da sole le imprese non possono farcele. E’ per questo che “Cacciaviate, Robot e Tablet” insiste sulla necessità di una politica industriale che, seppur in modi diversi, Di Vico e Viesti chiedono ora, forte e moderna. Adatta a questi tempi di cambiamento dove l’attenzione all’economia reale è più che mai necessaria. Insomma, per i due autori ci vuole buonsenso e coraggio perché andando avanti così rischiamo di perdere un pezzo della nostra impresa. Secondo i due “in Italia si grida e si lanciano slogan, invece sarebbe meglio ragionare per fare crescere le imprese, mettere più laureati nelle aziende, puntare sull’innovazione e andare di più all’estero. Il mondo è vario e i capitalismi sono tutti diversi: l’Italia deve assomigliare a sè stessa, ma meglio”.
Il punto di partenza è questo: accompagnare le imprese ad adattarsi al nuovo mondo, così come hanno fatto la Travetti e la Gimac anche attraverso l’officina digitale Faberlab di Confartigianato Varese. «Dimenticarsi del manifatturiero significa abbandonare a sé stessa una buona fetta dell’imprenditoria italiana quando negli Stati Uniti e in Gran Bretagna stanno puntando apertamente sul manifatturiero supportandolo con strategie serie e su misura», fa sapere il presidente di Confartigianato Varese Davide Galli. «Serve sì una politica industriale – prosegue il presidente – ma che vada nella direzione delle imprese, perché ogni azienda è un piccolo mondo che muove filiere lunghe e complesse ma anche estremamente funzionali. Ha ragione Di Vico (in foto sopra) quando sostiene che molta attenzione andrebbe data anche alle start up nate all’interno delle Università e, a maggiore ragione, in quegli atenei che sono immersi quotidianamente nei distretti storici della manifattura italiana. Partendo dal dialogo, dalla condivisione di esperienze e saperi e dalla collaborazione».
Dario Di Vico è editorialista e inviato del "Corriere della Sera" e si occupa, prevalentemente, di economia reale; Gianfranco Viesti, invece, insegna Economia Internazionale all’Università di Bari. Insieme hanno scritto “Cacciavite, Robot e Tablet” (139 pagg., 12 euro) per “Il Mulino”.
Il libro sarà presentato venerdì 6 febbraio, alle ore 18.30, al Faberlab di Tradate (in Viale Europa 4/A), officina digitale di Confartigianato Imprese Varese, con Davide Galli (presidente dell’associazione varesina), Dario di Vico, Alessio Travetti della Travetti Srl e Simone Maccagnan della Gimac. Modera Michele Mancino, vicedirettore di Varesenews.
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