Non ci sono soldi ma il Premio Chiara si farà

Bambi Lazzati e Romano Oldrini, direttore e presidente della manifestazione letteraria, vanno avanti anche se ad oggi l'unico sponsor è Openjobmetis. Servono 30mila euro per partire, ma la politica prende tempo: «Sì all'appoggio logistico ma non ci sono soldi»

Sono tempi durissimi per il Premio Chiara-Festival del racconto. Non che prima fossero facili, ma i tagli alla spesa e la "metamorfosi" della Provincia, fino a ieri principale sostenitore della manifestazione letteraria, hanno disseminato di incertezze il suo futuro.
Bambi Lazzati e Romano Oldrini, direttore e presidente del premio, tengono duro, ma servono almeno 30mila euro per allestire la macchina organizzativa: ufficio stampa, segreteria, acquisto dei libri da dare alla giuria popolare, computer, stampa materiali e così via.
La conta dei pezzi persi per strada nell’ultimo anno è impressionante: Enel non farà più lo sponsor delle parole nella musica, “AD”, la rivista di design su cui scriveva Piero Chiara, non sosterrà più il premio alla carriera, l’ente provinciale, come si diceva, metterà a disposizione le strutture ma non i soldi, idem il Comune di Varese che però, secondo l’assessore Simone Longhini, si impegnerà a fare da tramite con la Fondazione A2A, potenziale sponsor, mentre la Regione Lombardia ha aperto un bando a cui bisogna partecipare, con la possibilità anche di venirne esclusi. Presenti, alla conferenza stampa di presentazione, in rappresentanza di Azzate e Luino, gli assessori Gianmarco Beraldo e Alessandra Miglio, da sempre legati alla manifestazione letteraria.

Al momento l’unica certezza, oltre agli organizzatori o «quattro matti» (gli altri due sono il direttore di Rete55 Matteo Inzaghi e il critico cinematografico Mauro Gervasini), come li definisce Oldrini, è Openjobmetis, agenzia per il Lavoro che ha il suo quartier generale a Gallarate e nuovo sponsor della manifestazione «Siamo orgogliosi di essere al fianco di un appuntamento storico e affascinante come il Premio Chiara – ha detto l’amministratore delegato Rosario Rasizza -. È importante restituire al territorio una parte di quello che abbiamo raccolto in questi anni».
Il Premio Chiara, dopo 27 anni di attività culturale di alto livello, che ha portato a Varese i grandi nomi della letteratura, nazionale e internazionale, e della musica, è dunque costretto a elemosinare quattro soldi a un territorio indubbiamente ricco, ma piuttosto sordo, con l’eccezione di cui sopra. Non che la politica ci senta meglio. Basterebbe un contributo minimo di 200 euro dei 139 comuni della provincia per garantire un finanziamento sufficiente per far partire la macchina organizzativa. Alberto Tognola, intervenuto in rappresentanza dell’ente provinciale, garantisce che al premio verrà dato tutto l’appoggio logistico necessario. Più difficile parlare di contributi in denaro visto che al trasferimento delle deleghe regionali non corrispondono altrettante risorse economiche.
La premiata ditta Lazzati-Oldrini comunque ci riprova in rima: «La grande novità è che per quest’anno il Premio Chiara si farà».

(foto sopra, da destra: Rosario Rasizza, Romano Oldrini, Alberto Tognola, Bambi Lazzati e Simone Longhini)

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Febbraio 2015
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