Ospedale e Molina, giorni importanti per due “perle” di Varese

Le nomine del Molina e la "rivoluzione" dei letti del pronto soccorso sono al centro dell'agenda politica regionale e comunale. Due temi molti cari ai cittadini

Sono giorni importanti per due istituzioni che  sono la nostra storia, poli ed esempio concreto di  grande attenzione della comunità alla salute collettiva e a una delle sue componenti più deboli, quella della terza età. Sono giorni in cui la politica si deve impegnare  per  risollevare l’ospedale di Circolo, azzoppato dai  piani strategici  – di fattura regionale e ben noti  ai lettori di Varesenews –  che per impostazione, applicazione pratica e soprattutto risultati  richiamano a volte i piani quinquennali di staliniana memoria. Parecchi dei quali  finivano in archivio con la fucilazione dei responsabili del fallimento. Al momento a Varese l’unica arma alla quale potremmo ricorrere  è la scheda elettorale, ma il nostro pacifismo politico è tale  che raramente la usiamo come strumento punitivo.

Il “Circolo” depotenziato dagli strateghi regionali della sanità ora è all’attenzione di Roberto Maroni, numero 1 di  Palazzo Lombardia, che ha intenzione di rimetterlo in  linea di navigazione, cioè di offrire di nuovo alla comunità l’ottimo servizio di qualche anno fa. Domani Maroni spiegherà “come”: noi non gli  facciamo fretta, né gli abbiamo chiesto di correre. Ci basterà che sia credibile, come lo è stato  nei momenti difficili vissuti da ministro dell’Interno. Nella trincea varesina il governatore  troverà un compagno di fede politica, il sindaco Fontana, a sua volta messo in difficoltà  da alleati politici , evidentemente sofferenti per la carestia di  poltrone da razziare. Questi alleati  vorrebbero inserire ai vertici della Fondazione Molina un loro rappresentante, fare cioè oggetto di  lottizzazione la splendida  casa di riposo . Il nobile intento  è però proibito dalla legge  perché  il Molina è una fondazione privata, con la quale  il Comune, la Giunta, il consiglio comunale, i partiti nulla hanno a che fare. Il sindaco, come rappresentante di tutti i cittadini ogni cinque anni  fa quello che gli  viene chiesto dallo statuto della fondazione: nominare il presidente e gli amministratori  uno dei quali in precedenza segnalatogli dal Prevosto.

E’  allora semplicemente  inaudito che, tentando di condizionare il sindaco, se non di ricattarlo politicamente, si dia l’assalto alla diligenza quasi il Molina  fosse un’azienda speciale del Comune. Presidente e consiglieri di amministrazione dell’antica  istituzione lavorano gratis, ovviamente  non così chi nella struttura ha normali incarichi connessi alla gestione di una grande azienda.

La casa di riposo è un inestimabile patrimonio morale, amministra con doverosa prudenza rilevanti donazioni fatte dai cittadini, ma ha anche importanza scientifica, oltre che assistenziale, per patologie che hanno visto e vedono l’impegno, pure non retribuito, di grandi medici. Piace ricordare  gentiluomini come  Giannino Sala e Aldo Bono.

Piace al cronista la battaglia  di  libertà del sindaco e della Lega per il Molina, così come è stato intelligente e forte l’allarme  dato dal  Pd  Mirabelli a PalazzoEstense.

Il Molina avrà sempre l’attenzione  della stampa. Condividiamo anche lo sconforto della città davanti a situazioni e scelte di una politica da Prima Repubblica, che non finisce di  fallire. Andasse a rotoli da sola, ma dopo l’ospedale dimezzato il “progetto” Molina  è lì  a ricordarci, appunto, che al peggio non c’è mai fine.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Febbraio 2015
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