Pillastrini: “Poz, scegli i leader della squadra e punta su di loro”
Intervista al tecnico che riportò Varese in Serie A e che sta rifacendo grande Treviso. «Gianmarco sta soffrendo: deve trovare sicurezza e determinazione. Con Diawara e Kangur le cose possono cambiare»
È stato l’ultimo allenatore a vincere sulla panchina di Varese (il campionato di LegaDue nel 2008) e a raggiungere una salvezza non del tutto scontata con la Cimberio l’anno successivo. E inoltre, Stefano Pillastrini, è uno di quei tecnici che l’esordiente coach Gianmarco Pozzecco cita spesso (è forse secondo al solo Recalcati) quando deve nominare colleghi più anziani dai quali ama ricevere consigli.
Il "Pilla" è da qualche tempo al di fuori del giro delle panchine di Serie A per scelta personale: dopo aver contribuito a far crescere il basket a Torino è passato a guidare la rinata Treviso, attualmente capolista in A2 Silver e capace di richiamare 5mila spettatori al PalaVerde come non accadeva neppure negli ultimi anni dell’era Benetton. Il suo legame con Varese – allenò i biancorossi tra il 2008 e il 2010 – però è sempre saldo e il 53enne tecnico è sinceramente dispiaciuto dell’andamento in campionato della Openjobmetis.
Coach, vista da lontano, cosa sta succedendo a questa squadra?
«Quel che purtroppo ogni tanto accade: una rosa che non è di vertice comincia a subire alcuni infortuni, perde sicurezza e quando la classifica comincia a pesare perde anche la fiducia. Ho letto che la società sta predicando unità di intenti e fa bene: recuperare lucidità è necessario per ripartire».
Qual è secondo lei la prima regola da seguire?
«Non è sempre utile cambiare tutto; piuttosto bisogna riuscire a dare continuità a quel che si ha in mano. In queste settimane Varese tornerà ad avere a piena disposizione due giocatori come Diawara e Kangur, che cambiano il volto alla squadra. Gianmarco dovrà valutare chi sono gli uomini su cui puntare e far capire la necessità di alimentare prima di tutto il loro gioco. Kuba, Kristjan, forse Rautins sono i giocatori guida e dovranno essere al centro della squadra».
Pozzecco cita spesso il suo nome quando parla degli allenatori con cui si confronta.
«Da parte mia c’è molta stima verso il Poz: lo reputo una persona che racchiude grandi valori anche se spesso li esprime a suo modo. Ovviamente mi sarebbe piaciuto guidarlo sul campo e ci andammo vicini quando ero alla Virtus: purtroppo per me non se la sentì di indossare quella maglia rivale anche di Varese. Ora è chiaro che Gianmarco stia soffrendo: credo sia una delle rarissime situazioni della sua carriera in cui si trova a gestire un caso così difficile. Deve essere molto forte e nel contempo deve scegliere che strada seguire, crederci e trascinare tutti con sè. Dev’essere determinato e trasmettere sicurezza: così può indicare la via della salvezza».
A Varese nel frattempo è arrivato Johndre Jefferson, lungo che lei ha affrontato con le sue squadre. Cosa ne pensa?
«A me Jefferson piace tantissimo, ma ribadisco che la priorità è un’altra: trovare le prime opzioni della squadra. A quel punto lui può essere un buon valore aggiunto perché sa intimidire in difesa, è in grado di andare a rimbalzo offensivo e segnare, oppure di farsi trovare pronto sugli scarichi. Ma per questo, la difesa avversaria deve sbilanciarsi sugli altri attaccanti: quelli di cui parlavo e che devono essere i leader».
Dalle sue parti, a Treviso, le cose stanno andando molto bene.
«Direi di sì, forse anche meglio delle previsioni iniziali. Purtroppo però i ventilati cambi di regolamento in corsa ("no" alla A2 unificata nella prossima stagione ndr) rischiano di penalizzarci, anche perché siamo squadra giovane e inesperta e tra l’altro abbiamo rinunciato a irrobustire la rosa sul mercato, visto che stavamo viaggiando verso il nostro obiettivo. Se cambiano le norme diventa tutto più difficile, ma io voglio pensare che non sarà così».
Infine un pronostico: il basket nazionale è entrato nella settimana delle Final Eight di Coppa Italia, in programma a Desio. Chi vincerà?
«Se devo dire un nome secco, scelgo Milano senza dubbio. Intendiamoci: l’EA7 può anche perdere come è avvenuto lo scorso anno, visto che il trofeo è assegnato con gare "secche". Ma il pronostico è tutto a favore dell’Olimpia».
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