Polita: “La mia indagine finisce sotto indagine”
Terzo esposto dell'imprenditore varesino, indagato per bancarotta, alla Procura di Brescia contro il pm titolare del fascicolo Agostino Abate. Il legale: "Questa volta siamo stati ascoltati, quel magistrato ce l'ha con lui"
Il puzzle giudiziario che riguarda l’imprenditore cunardese Sandro Polita si arricchisce di un nuovo pezzo che rischia di complicare ulteriormente una vicenda giudiziaria che si trascina negli anni. Il cortocircuito giudiziario è servito e il pm che indaga finisce a sua volta indagato, partendo da un esposto da parte dell’imprenditore al centro dell’inchiesta. A poche settimane dalla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore della Repubblica di Varese, Agostino Abate, per la vicenda della bancarotta fraudolenta relativa alla clinica La Quiete di Varese, lo stesso indagato Sandro Polita annuncia, insieme al suo legale Ivano Chiesa, l’apertura di un fascicolo d’indagine da parte della Procura di Brescia nei confronti del pm varesino per le ipotesi di reati di abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Si tratta del terzo esposto alla Procura di Brescia da parte dell’imprenditore che si è visto archiviare i primi due.
Questa volta, però, Polita ha convocato la stampa per raccontare che «vi sono elementi più solidi proprio perchè il nostro legale ha potuto visionare gli atti d’indagine ( a seguito della richiesta di rinvio a giudizio, ndr) e verificare come ci sia del malanimo da parte del dottor Abate nei miei confronti» e offre, a riprova di quanto detto, una comunicazione di iscrizione a registro di parte offesa nel quale sono riportati anche i nomi dei pm che se ne dovranno occupare, Francesco Piantoni e Sandro Raimondi. L’avvocato Chiesa, salito alla ribalta delle cronache per essere il difensore di Fabrizio Corona, rincara la dose: «Non ho mai visto una cosa del genere in 30 anni di carriera nella giustizia penale – ha detto – difendo un indagato di un’indagine sotto indagine».
Polita è indagato dal 2010, a Varese, in una inchiesta su associazione per delinquere, bancarotta e altri reati, nella quale, insieme al fratello, è il principale imputato per una serie di affari che vanno dalla vendita della clinica La Quiete, al fallimento della holding di famiglia, la Ansafin spa. Oltre a Sandro Polita e al fratello sono coinvolti anche altri imprenditori, avvocati e un ex-maresciallo della Guardia di Finanza.
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A sostegno della sua tesi è il legale a fornire ulteriore documentazione come, ad esempio, la lettera dell’avvocato della Procura Generale di Milano Laura Bertolè Viale che risponde ad una richiesta dello stesso imprenditore di avocazione dell’indagine ad Abate, quella che riguarda le tangenti per i Mondiali di ciclismo risalente al 2008 (nella quale lo stesso Polita ha fatto dichiarazioni in cui coinvolge politici locali, ndr). Nella lettera, datata 21 gennaio 2015, la Bertolè Viale risponde che altri tre fascicoli (le tangenti dei Mondiali, una querela e una vicenda di abusi edilizi, ndr) che lo riguardano sono stati stralciati dal fascicolo sulla bancarotta e riassegnati dalla Procura di Varese dal pm Abate al collega Massimo Politi mentre quella sulla bancarotta è giunta (già a novembre, ndr) alla richiesta di rinvio a giudizio e che, infine, non vi sono ulteriori fascicoli che lo riguardano sulla scrivania di Abate. In realtà sembra si tratti di una normale procedura interna alla Procura di Varese che assegna le indagini sulla pubblica amministrazione al pm Politi.
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