Sfrattata da casa, il Comune: “Cercheremo un affitto dai privati”

La storia della famiglia che rischia di perdere la casa è nota anche all'assessore ai servizi sociali Angelino. «Abbiamo fatto il possibile, non abbiamo alloggi d'emergenza ma proveremo una soluzione»

Che sarà ora di E. e della sua famiglia, sfrattati dalla loro villetta messa all’asta dalla banca? La storia l’abbiamo raccontata sabato, una storia figlia di una situazione famigliare non facilissima (dopo la perdita del padre), di una scelta fatta alcuni anni fa (acquistare la casa con il mutuo), di condizioni mutate nel tempo.

L’assessore ai servizi sociali
del Comune di Lonate, Ausilia Angelino, conosce e ha seguito la situazione della famiglia e della signora E.: «Al di là dei 100 euro di cui parla nell’articolo, abbiamo aiutato in altre forme, è stata seguita anche dalla Caritas» dice l’assessore. «Il problema di questa persona è legata alla scelta di licenziarsi, anche prima di contattare i servizi sociali». L’aver lasciato il lavoro ha fatto sì che nell’anno successivo la famiglia avesse un Ise alto (è stata  ammesso dalla stessa signora E.) e quindi una "posizione" sfavorevole nelle graduatori per l’assegnazione di case popolari: «non potevamo certo farle "scavalcare" altri in graduatoria per le case popolari. Se avessi la facoltà di aiutarla, avrei fatto di più, ma non c’erano le condizioni per fare di più».

Al di là di quanto accaduto in passato e di eventuali errori della famiglia, come si risponde ora allo sfratto imminente? «Noi a Lonate non abbiamo alloggi d’emergenza, negli anni passati abbiamo sistemato 5-6 persone sfrattate trovando loro altre case sul mercato privato, in attesa di casa popolare» continua l’assessore Angelino. «La risposta dei privati a Lonate è stata grande, hanno messo a disposizione case con un affitto a prezzo "politico": in questo un canone d’affitto basso evita ai proprietari di lasciare le case sfitte, ma anche eventuali arretrati e sfratti». Quanto all’ente Comune, in questi casi ci mette i soldi per coprire l’anticipo (solitamente tre mesi) richiesto per l’ingresso nel nuovo alloggio e segue la famiglia nel percorso successivo. Si riuscirà, così, a dare una soluzione alla famiglia di E.?

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Febbraio 2015
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