Cantone: “Costi lievitati del 47% per Pedemontana”
L'Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone ha passato ai raggi x la gestione della costruzione dell'autostrada: "Dopo la consegna dei primi lotti spesi 296 milioni in più"

Quasi 300 milioni in più. Il primo tratto di Pedemontana e le due tangenziali di Varese e Como sono costate 925 al posto dei 630 milioni previsti inizialmente. A certificare l’aumento dei costi pari al 47% dell’appalto è il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone (al centro nella foto con Maroni, ndr) che ha completato il rapporto ispettivo inviato fra gli altri all’ufficio vigilanza dei lavori, al capo della Struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture, alla Corte dei Conti, al Cipe e alla Procura.
Il presidente dell’Anac scrive: «la fattispecie riscontrata, in virtù del principio di invarianza delle condizioni negoziali, si traduce in una oggettiva alterazione della parità di condizione dei concorrenti e viola il principio di certezza delle situazioni giuridiche sotteso alla immodificabilità della lex specialis; contrariamente il bando di gara perderebbe la sua forza cogente per i soggetti partecipanti, ai quali non è dato interpretare e precisare il senso e la portata di quei parametri di gara la cui immutabilità è posta a garanzia di tutti indistintamente i partecipanti».
Cantone mette in evidenza il fatto che è stato violato il principio della immodificabilità dell’offerta, teso a garantire, da un lato, la par condicio fra i concorrenti, e dall’altro, l’affidabilità del contraente. Inoltre l’aumento dei costi non ha permesso di concludere l’opera nei tempi previsti che, anzi, sono in netto ritardo. La durata dell’appalto era prevista in 2.480 giorni decorrenti dalla data di aggiudicazione. Mentre nel rapporto ispettivo firmato da Cantone si dice che «l’opera è in ritardo e solo con i successivi atti aggiuntivi hanno riportato il tutto entro l’anno 2014», dato che il completamento dei lavori e la messa in esercizio delle opere autostradali in questione «era stata assicurata entro il tempo utile per Expo 2015».
L’accusa che l’Anac formula è precisa quanto grave: «La gestione del procedimento di esecuzione dell’appalto non appare in linea con i principi della legge 162 del 2006». Cantone sottolinea che le continue modifiche in corso d’opera degli accordi ratificati hanno portato ad una variazione sia dell’offerta del partecipante sia del contratto principale di appalto con conseguente aumento dei costi di esecuzione e di slittamento nel tempo della conclusione dei lavori, e ciò a danno dell’interesse pubblico e della collettività».
Nella relazione si critica anche il criterio di scelta dei consulenti bastato principalmente «sull’intuito personale, considerato come presupposto esclusivo per la scelta dei consulenti». Difficoltà sono state riscontrate dall’Autorità Anticorruzione nel comprendere le prestazioni, che le fa e la coincidenza con gli oggetti delle fatture e anche «gli importi delle prestazioni non sono definiti, ma aperti e fatturati a consuntivo, successivamente; le lettere di incarico fanno rinvio alle precedenti e in un solo caso è emersa una richiesta di più offerte».
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