Da “cosa nostra” a casa nostra col progetto degli studenti
Le ruspe sono entrate in azione in via MIlano per demolire la casa confiscata alla mafia nel 2009. Per il futuro esiste un progetto degli studenti geometri per farne una casa accoglienza

Oggi è un edificio vetusto e pericolante ma un tempo è stato il luogo dei ritrovo dei giovani sommessi. Oggi le ruspe sono entrate in azione per la demolizione ma un tempo dentro le mura della villa di via Milano ci sono stati una pizzeria e un ristorante cinese. Ma, soprattutto, oggi quel bene è di proprietà dei cittadini di Somma Lombardo, prima era patrimonio della mafia.
Gli alunni della scuola Leonardo Da Vinci non potevano trovare uno slogan miglior per l’inizio dei lavori di demolizione della casa confiscata alla mafia nel 2009: “Da cosa nostra a casa nostra”. Questo è il significato dell’operazione che ha preso il via al civico 124 di via Milano dove le ruspe sono entrate in azione per abbattere il vecchio edificio confiscato dalla magistratura perché appartenete ad un boss mafioso e riconsegnato al Comune di Somma Lombardo.
Allora si decise di procedere ad una completa riprogettazione del caseggiato per farne un luogo simbolo della lotta alla mafia ma, soprattutto, di metterlo al servizio della città. Per farlo il comune si affidò agli alunni dell’istituto C.A.T. di Somma Lombardo avviando un concorso di idee. I ragazzi vi si impegnarono a lungo studiando in lungo e in largo le esigenze sociali della città e alla fine la spuntò l’idea di fare di quella struttura una casa alloggio per la prima accoglienza e una mensa.
«L’idea che avevamo avuto a scuola era quella di creare un luogo di accoglienza per cittadini disagiati – spiegano Carola Torre, Federico Bossi, e Mattia Pastrello, studenti dell’istinto C.A.T. (ex scuola geometri). – Abbiamo perciò progettato la struttura in ogni sua parte focalizzandoci sull’ìidea dell’accoglienza». Questa l’idea vincente del concorso e quindi una via da seguire per la riqualificazione dell’area.
Oggi, intanto, entrano in azione le ruspe e si comincia dalla demolizione. «Questa è una bella giornata – spiega il sindaco Guido Colombo accompagnato dalla vicesindaco Claudia Colombo -. Si parte dalla demolizione per consegnare alla città una nuova struttura al servizio dei bisognosi. Un’operazione ancora più bella e simbolica perché affiancata dalla progettazione degli studenti». Un ‘operazione, tuttavia, che evidentemente passerà nelle mani della prossima amministrazione che dovrà occuparsi di capire la fattibilità dell’intero progetto. Il sindaco Colombo spiega che il tutto si potrebbe finanziare attraverso due canali: una metà delle risorse necessarie (ancora tutte da stimare) dovranno essere coperte con il gruzzolo che il comune ha ricavato dalla vendita degli appartamenti milanesi, mentre le risorse rimanenti potranno essere chieste allo stato come fondi per il riutilizzo di un bene confiscato.
Tutto sarà da vedere in fase di progettazione esecutiva. Ad esempio bisognerebbe capire chi e come poi potrà effettivamente gestire gli eventuali spazi d’alloggio o la mensa, senza contare che sull’utilizzo dei fondi relativi alla vendita degli appartamenti comunali esistono pareri diversi (Bellaria, candidato del centro sinistra, auspica un forte intervento di manutenzione sulle scuole comunali). Oggi, però, non si lascia spazio a polemiche. Jimmy Pasin, membro di spicco dell’opposizione targata Partito democratico, esalta il valore simbolico della demolizione: «è sicuramente un fatto simbolico molto positivo – spiega Pasin – e penso che tutti ne siano contenti. Su quello che avverrà dopo, ovviamente, servirà una progettazione molto ben ragionata. Per concretizzare quello pensato dai ragazzi bisognerà capire quali soggetti potranno poi subentrare nella gestione e se sarà sostenibile, inoltre andranno individuati finanziamenti per tutta l’operazione tenendo conto che la città ha anche fortemente bisogno di interventi di manutenzione».
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