Ecco cosa cerchiamo in una scuola noi genitori
Un padre spiega racconta l'esperienza vissuta dal proprio figlio e la decisione di cambiare istituto
Egr. Direttore,
le iscrizioni ai vari ordini di scuola si sono ormai chiuse e per i diversi istituti è tempo di bilanci: chi ha guadagnato qualche classe, magari non prevista, chi ha mantenuto il numero degli iscritti dell’anno precedente, chi invece ha perso alunni anche in maniera significativa, a tal punto da rischiare di non formare qualche classe prima. Soprattutto in questo caso ci si interroga sulle ragioni di tante mancate iscrizioni: qualcuno punta il dito su Open Day poco riusciti, altri sulla possibilità, ormai in vigore da diversi anni, di iscrivere il proprio figlio senza vincoli territoriali, ecc…
Ma quasi mai si riflette adeguatamente sulle cause interne che possono aver indotto i genitori a scegliere diversamente.
Già, i genitori: capita spesso di sentire banali pregiudizi nei loro confronti (sono fragili, si fanno incantare da Open Day propagandistici di altre scuole, ecc.) e invece, con buona pace di questi profeti di sventure, proprio in qualità di genitore, posso assicurare che quando si sceglie si presta la massima attenzione al fine di assicurare ai nostri figli il miglior contesto didattico ed educativo.
Certamente la condizione ideale è quella di scegliere una scuola primaria o secondaria di 1° del territorio, ovvero del quartiere in cui si risiede, così da assicurare ai bambini e ai ragazzi un contesto antropologico già noto (gli amici dell’asilo, quelli dell’oratorio, ecc….). Ma quando la scuola di quartiere si rivela un ambiente grigio, un contesto educativo precario e, addirittura, un luogo di tensioni e di evidenti conflittualità che per nulla giovano al bambino, allora che fare?
Faccio solo qualche esempio, vissuto personalmente sulla pelle di uno dei miei figli. Cosa dire di una scuola primaria che garantisce (sarebbe meglio dire tollera…) una sola ora di educazione motoria alla settimana (la cara ginnastica), giustificata con il fatto che altrimenti perderebbero un’ora di matematica o di geografia?
Preciso, siamo in una primaria: sembra quasi che in quella scuola ci si prepari già per iscriversi poi alla Bocconi o alla Normale di Pisa… …
Ancora, cosa dire del prolungamento dell’orario mattutino ben oltre le canoniche h. 13.00, quando i bambini, lo sanno anche i sassi, sono già stanchi a mezzogiorno? Vi risparmio le motivazioni pseudo-didattiche di tale scelta: tanto poi eventuali osservazioni negative dei genitori non sono mai tenute in conto.
Ma c’è di peggio: maestre (si fa per dire…) che rifiutano esplicitamente colloqui con i genitori dopo che le stesse hanno presentato una situazione critica a carico del figlio. E non c’è stato verso di coinvolgere il dirigente scolastico: un muro di gomma e di superficialità che ha indotto inevitabilmente il sottoscritto e mia moglie a trasferire il bambino in altra scuola. Solo per brevità non cito altri episodi allucinanti.
Però non potrò mai dimenticare le parole con cui qualche tempo dopo le nuove Maestre (il maiuscolo è dovuto) hanno commentato il trasferimento: “Avrebbe dovuto farlo molto tempo prima” (!). Mio figlio è stato il quarto a “scappare” da quella scuola e poi se ne è aggiunto un quinto: un po’ troppi per una scuola primaria, non vi sembra? Pensate che hanno fatto fuggire pure il figlio di un giostraio che si fermava a Varese solo per pochi mesi! Ma voglio anche ricordare un altro caso, un bambino umiliato in classe perché, dopo l’ennesimo rifiuto della maestra alla richiesta di poter andare in bagno, si era poi fatto la pipì addosso (e fu pure convocata d’urgenza la madre)! Cose dell’altro mondo? Purtroppo no, sono accadute e accadono ancora in una scuola apparentemente tranquilla della nostra città.
Ciliegina sulla torta: anche alcuni aspetti organizzativi la dicono lunga sul rapporto costruttivo o meno che si instaura con la famiglia: nella Scuola Primaria nella quale avevo trasferito mio figlio le riunioni con i genitori si tenevano nel tardo pomeriggio o al sabato mattina: nell’altra “scuola” rigorosamente nel primo pomeriggio e per di più alcune “maestre” allontanavano dall’aula le mamme con bambini piccoli col risultato che in più di un caso queste non potevano poi partecipare alla riunione non sapendo a chi affidare i piccini !
Ci sarebbe molto altro da dire, ma ci saranno altre occasioni. Aggiungo solo, giusto per tacitare qualcuno che magari leggendo queste righe potrà sostenere che certi fatti, se veritieri, (e su questo garantisco, purtroppo) possono essere adeguatamente affrontati nelle sedi competenti. NO! Assicuro che in alcun modo e a nessun livello si trova qualcuno disposto a fare chiarezza e a prendere i provvedimenti del caso.
Ai genitori resta solo una strada, quella dell’esodo verso un’altra scuola, possibilmente una scuola “normale” dove si studia ma si rispettano anche i bambini e i ragazzi per quello che sono, e anche i loro genitori.
In altre scuole tutto ciò non accade e i genitori, prima o poi, lo vengono a sapere.
Lettera firmata
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