I “No Vasche” incontrano i cittadini sul pratone
Domenica con gazebo nel prato del Cotonificio di Solbiate per il comitato che si batte contro la costruzione delle vasche di raccolta della pioggia di fianco al fiume Olona: "Fatele ovunque ma non qui"

Il futuro del prato del Cotonificio di Solbiate è appeso a un filo, ma una parte della comunità locale non ci sta. Dopo la formazione di un comitato spontaneo e di un gruppo Facebook con più di 700 like, che riunisce tutti coloro che non vogliono arrendersi al progetto delle vasche sull’Olona, domenica 29 marzo, dalle ore 15 in avanti, il comitato si è reso disponibile ad un confronto con tutti coloro che volessero approfondire l’argomento. Conosciuto anche come Parco del Ciclocross perché ospita annualmente l’omonima gara, è luogo di forte valenza storica per il paese anche perché situato a ridosso del più antico cotonificio della valle, considerato “molto più di un posto di lavoro” e di cui è stato scritto anche un libro “La Storia e le Memorie del Cotonificio di Solbiate” a cura di Ivan Vaghi e Antonello Colombo.
Secondo molti, il progetto di costruzione di due grandi vasche per la raccolta delle acque di prima e seconda pioggia, non solo sembra voler segnare il cambiamento estetico dell’area, ma andrà a “snaturare” un luogo affettivo per i frequentatori abituali e per tutti coloro che considerano il parco parte fondamentale del patrimonio culturale del paese. «Le soluzioni possibili sono diverse. Prima di tutto perché il pratone ha una valenza storico-sociale per il comune di Solbiate e in secondo luogo le vasche non fanno parte di un progetto di rete interno della comunità della Valle Olona. Si tratta invece di un progetto portato avanti solo dal comune di Solbiate – ha dichiarato Rita Piazza, portavoce del Comitato – C’è un aspetto collettivo da valutare perché, posto che quello dell’Olona è un bacino che interessa parecchi comuni, ci sembra più appropriato che la decisione coinvolga più comuni. Tra parentesi, questo permetterebbe di abbassare anche le spese».
Inoltre, ci sono una serie di aspetti che non sarebbero stati presi in considerazione. Intervenire sull’area vorrebbe dire intervenire sulla falda, raccogliere le acque nelle vasche vorrebbe dire toglierne nei momenti di crescita al fiume ma anche toglierne nei momenti di secca. In aggiunta, in una delle due vasche rimarrebbe un fondo di 30 cm che sarebbe maleodorante e porterebbe alla proliferazione di insetti.
Lucio Ghioldi, che fa parte del Comitato ed è anche segretario del G.S Solbiatese, società sportiva che organizzava la gara di ciclocross, legato emotivamente al parco, ha ribadito la valenza storica dell’area e ha illustrato una possibile alternativa al progetto in questione.«Dall’altra parte del parco c’è un’area, praticamente identica, solo che è privata. Acquistarla costerebbe circa 20000 euro per cui, se proprio l’opera deve essere realizzata, questa potrebbe essere un’alternativa». Lo stesso Ghioldi, a nome di tutto il comitato, ha ribadito che la soluzione finale dovrebbe essere coordinata a livello regionale o provinciale, non sicuramente comunale.
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