“Il giudice mi ha assolto ma Equitalia vuole 3 milioni”
Elio Bertoni si è presentato davanti alla sede cittadina dell'ente con alcuni striscioni per far conoscere il suo problema con una cartella che la società di riscossione non vuole cancellare

Elio Bertoni (a destra nella foto) combatte la sua battaglia da ormai quasi dieci anni e non intende mollare: «Equitalia deve ascoltare le mie ragioni, io non devo pagare quella cartella da 3,2 milioni di euro – racconta mentre smonta i cartelli – sta rendendo la vita difficile a me e alla mia famiglia, qualche giorno fa la banca ha bloccato lo stipendio di mia figlia che ha un figlio di 7 anni e non può più nemmeno assicurargli il cibo».
Questa mattina era davanti alla sede di Equitalia di Busto Arsizio con il nipote e alcuni striscioni posizionati proprio di fronte all’ingresso: «Questo ente non vuole ascoltarmi, nonostante ci sia una sentenza del giudice del tribunale di Legnano che mi ha assolto perchè il fatto non sussiste – racconta – da tempo sto cercando di farmi annullare le cartelle esattoriali ma non vengo minimamente preso in considerazione». Elio aveva una pompa di benzina a Canegrate e l’ha chiusa nel 2006, è finito nel vortice di Equitalia per una presunta evasione di poco più di 30 mila euro. Da allora la sua vita non è stata più la stessa: «La cosa più assurda è che ho anche pagato quasi 30 mila euro ad Equitalia e il giudice mi ha detto che sono un pirla».
La sua protesta non è passata di certo inosservata e sul posto sono giunti sia una volante della Polizia di Stato che una pattuglia dei Carabinieri che hanno vigilato sulla protesta perchè non degenerasse. Bertoni non ha creato problemi e dopo un’ora di protesta ha smontato gli striscioni e se n’è andato.
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