“La Valle della Bevera, da fonte di approvvigionamento idrico a discarica del Canton Ticino”

Varese 2.0 denuncia i rischi del recente accordo sottoscritto dalla Regione Lombardia con il Canton Ticino per la gestione dei materiali inerti

Viggiù generica

«Svendere e deturpare le nostre belle e preziose colline (sabbia e ghiaia) in cambio di materiale di scavo (terra e rocce) e rifiuti edili di origine minerale (rifiuti misti dell’attività di demolizione e costruzione) lo troviamo profondamente insensato e ci chiediamo per quale motivo la politica stia scegliendo di sventrare le nostre colline moreniche a favore dell’edilizia elvetica anziché conservare e proteggere i nostri acquiferi, insostituibili, non più rinnovabili, dunque fondamentali» così Varese 2.0 si scaglia contro il recente accordo sottoscritto dalla Regione Lombardia con il Canton Ticino per la gestione dei materiali inerti, che «Seppur nel rispetto delle rispettive specifiche norme di settore, di fatto mette potenzialmente a serio rischio di inquinamento le falde della nostra primaria ed insostituibile fonte di approvvigionamento di acqua potabile della Valle della Bevera».

Il motivo, secondo il comitato, è grave: «È risaputo che nell’edilizia elvetica è stato utilizzato molto amianto e che le loro normative a tal riguardo sono molto meno severe e restrittive delle nostre. Ora rischiamo che il materiale contaminato da queste fibre venga trasportato con ancora maggiore facilità sulle nostre strade e poi deposto sulle nostre falde  – spiegano dal movimento – L’amianto sia inalato che ingerito risulta altamente cancerogeno. Agevolare lo sdoganamento dei suddetti materiali da ogni dogana, oramai neppure più presidiate, tramite la semplificazione delle procedure e l’adozione di processi amministrative efficienti ma nel caso pericolosi, è assolutamente demenziale. I sequestri avvenuti dal 2006 in poi di rifiuti tossici, presumibilmente provenienti dalla Svizzera, nelle cave Femar (Viggiù), Rainer (Arcisate) e presso un’azienda nel territorio di Cantello confermano i nostri più che giustificati timori».

Varese2.0, che auspica una rapidissima ripresa dell’approvazione del Plis (Parco locale di interesse Sovracomunale) della Valle della Bevera, progetto arenatosi quasi a comando oltre un anno fa, non farà mancare iniziative ed atti «nelle sedi che riterrà più opportune, per salvaguardare l’ambiente e l’acqua di tutta la valle».

Si comincia sabato prossimo, 21 marzo in piazza del Garibaldino: dalle 10.00 alle 13.00, Varese 2.0 allestirà un gazebo per incontrare i cittadini, far conoscere e diffondere  il Manifesto per un nuovo civismo: “cambiare la politica per cambiare politica. Cambiare politica per cambiare la nostra città”.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Marzo 2015
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