Legambiente Lombardia: “Spegnete l’inceneritore prima del 2025”
Il Cigno Verde chiede ad Accam di fare presto: "E' inutile e inquina troppo". Ma il presidente del circolo bustocco dell'associazione ha sostenuto fino alla fine il revamping dell'impianto, a costo di litigare con i comitati
Va dato atto ad Andrea Barcucci, presidente del circolo bustocco di Legambiente, di essere persona coerente. Sin dall’inizio della vicenda Accam ha sempre sostenuto la stessa posizione a favore del revamping e del conseguente allungamento della vita dell’inceneritore. Anche ieri sera, mentre i sindaci dei Comuni soci votavano per lo spegnimento dell’impianto di via Arconate a favore della nascita della fabbrica dei materiali e dell’impianto dell’umido, era sotto i cancelli a discutere con il suo solito fervore forse un po’ sopra le righe con i rappresentanti dei comitati che, invece, chiedevano lo spegnimento dell’inceneritore. La discussione accesa è andata avanti per un bel po, in particolare conAlberto Lucchese dei 5 Stelle di Busto Arsizio. Ve ne proponiamo un estratto in video
L’inceneritore di Busto Arsizio chiude: è la notizia trapelata dall’Assemblea dei Soci, ovvero i comuni dell’alto milanese e del varesotto che afferiscono alla società ACCAM proprietaria dell’impianto. In una regione in cui ben 13 inceneritori trasformano in ceneri e fumi una quantità di rifiuti superiore del 40% rispetto al fabbisogno regionale di smaltimento il fatto che un inceneritore da oltre 100.000 tonnellate annue (su un parco impianti in grado di lavorare 2,5 milioni di tonnellate) decida di andare in pensione è una buona notizia. L’alternativa sarebbe stata quella di realizzare costosi, quanto necessari, investimenti per abbattere le emissioni dei camini e consentire il recupero di calore attraverso l’allacciamento a una rete di teleriscaldamento: investimenti che si giustificano con una lunga vita dell’impianto, condizione che non è praticabile in un chiaro scenario di crescente declino del fabbisogno.
Ma a leggere bene tra le righe della decisione presa dai soci di ACCAM non c’è di che star tranquilli: infatti l’unica certezza che trapela è che l’impianto sarà spento nel 2025. “Una scadenza assolutamente inaccettabile, far funzionare l’impianto per un altro decennio in assenza di adeguati presidi di abbattimento fumi sarebbe una solenne presa in giro – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia -. Di certo ci penserà il mercato a mettere fuori uso l’impianto molto prima di questa lontanissima scadenza, ma allora perchè aspettare fatalmente l’inevitabile e non attrezzarsi per accelerare la conversione?” I comportamenti virtuosi dei cittadini e delle imprese fanno sì che i rifiuti da smaltire negli inceneritori siano ormai una quota del tutto minoritaria della produzione, dunque le politiche da attivare nell’Alto Milanese devono puntare al miglioramento della raccolta differenziata, da portare ovunque al di sopra del 75%, e allo sviluppo delle tipologie impiantistiche necessarie a gestire e riciclare le frazioni raccolte. “Nel tracciare questa strategia non ha nessun senso, né una reale utilità pubblica, la previsione che l’inceneritore di Busto continui per altri 10 anni a sfornare scorie e fumi inquinanti”.
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