Montanari: “Non si possono vedere così tanti errori in una partita”
Il mister dei tigrotti non nasconde la delusione ma sa anche che non si può rivoluzionare una squadra in tre partite. Zaro, il milgiore in campo, difende la squadra: "Tutti hanno dato il massimo ma la Pro non può sparire così"

Mister Montanari non è soddisfatto della prova dei suoi tigrotti e non nasconde la delusione in sala stampa, si aspettava qualcosa di più anche se la partita non era affatto facile: «Sapevamo che si sarebbero messi con cinque difensori per renderci la vita difficile – ha detto ai cronisti subito dopo la partita – non ci hanno dato spazi e noi non abbiamo trovato la giocata, quando l’abbiamo trovata ci hanno fatto fallo». Al di là della tattica Montanari sa che è mancato «l’ardore che ci vorrebbe per salvarsi. Manca la tranquillità giusta, manca l’autostima e poi ci mettiamo anche qualche insulto dei tifosi. Capisco il malumore ma non ci si può aspettare calcio champagne da una squadra che a questo punto del campionato ha 18 punti».
Rispetto all’assetto tattico difende la sua scelta di giocare con la difesa a tre: «L’obiettvo era quello di limitare i loro due attaccanti». Ma dopo tre partite sulla panchina della Pro Patria il mister bustocco sa bene che «un allenatore non può arrivare e stravolgere tutto in così poco tempo. Ne serve di più ma è chiaro che dopo la vittoria col Sud Tirol ci siamo di nuovo impantanati. Non ci vengono anche le cose più semplici ed è impensabile vedere così tanti errori in una partita».
Giovanni Zaro è stato decretato il migliore in campo per la Pro Patria, soprattutto perchè è l’unico che ha messo l’anima anche se lui difende i suoi compagni: «L’ultima cosa che voglio è che la Pro Patria vada in serie D. Non esiste che una squadra con questa storia si ritrovi fuori dal professionismo. So che anche gli altri ci tengono e credo di poter dire che in campo tutti hanno dato il massimo. Nel primo tempo abbiamo tenuto bene il campo ma nei primi dieci minuti del secondo tempo ci siamo seduti pensando di essere meglio di loro e solo alla fine abbiamo ripreso la partita in mano. Soprattutto tra noi giovani un po’ di pressione si sente e io credo che sia giusto che ci sia la tensione ma non la paura».
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