Non basta il gol di Corti: Varese battuto e sempre più sul fondo
Bologna troppo più forte dei biancorossi, in vantaggio a fine primo tempo con il mediano. Poi si scatenano Cacia (doppietta) e Sansone. Il vicepresidente Imborgia al centro della contestazione
Dopo Brescia e Cittadella arriva il terzo ko in otto giorni per un Varese sempre più lontano dalla permanenza in Serie B. A togliere un altro po’ di speranza ai tifosi biancorossi ci pensa il Bologna, squadra che già oggi potrebbe valere la massima categoria e infatti, con i tre punti odierni, ha rinsaldato la seconda posizione in classifica.
Troppo il divario a favore dei rossoblu di Lopez che dilagano nella ripresa: una differenza, quella tra le forze in campo, che è stata assottigliata per qualche tempo dall’improvviso gol di Corti, autore del vantaggio varesino allo scadere del primo tempo. Poi però, dopo un quarto d’ora d’assedio, il Bologna ha rotto gli argini: dentro Sansone, passaggio al 4-3-3 e doppietta nel giro di un amen per il solito Cacia (che quando vede il Varese non perdona) capace di ribaltare il punteggio e troncare il morale ai giocatori di Dionigi. Da quel momento infatti i biancorossi – che pur soffrendo avevano respinto gli ospiti – sono andati in tilt, mostrando di avere perso le speranze di fare il colpaccio. Perucchini, a tratti strepitoso, ha ritardato per un po’ la capitolazione ma alla fine si è arreso anche lui a Sansone certificando il risultato finale. Terzo gol arrivato quando era già iniziata la contestazione ad Antonino Imborgia, sempre più nel mirino dei tifosi per la campagna di mercato che non ha certo migliorato la squadra, orfana di un attacco come si deve. Risparmiato dai fischi, a nostro avviso giustamente, mister Dionigi: il suo 5-3-2 (lo scriviamo così: il Varese ha quasi sempre difeso) nel primo tempo ha fatto il proprio dovere e forse contro avversarie meno dotate avrebbe anche mosso la classifica. Oggi no, perché alla lunga la diversa caratura delle squadre è emersa in pieno, e senza un attacco degno di tale nome è davvero difficile pensare di segnare. Il problema è che da qui in avanti non potrà cambiare nulla, a livello di organico: e mai come oggi il Varese si guarda indietro e non vede più nessuno anche perché anche il Crotone è tornato al successo.
COLPO D’OCCHIO – Non c’è una risposta particolarmente buona dal pubblico per una partita comunque di cartello, vista l’avversaria di prestigio. Ovviamente non si può imputare nulla a chi c’è allo stadio ma, al netto della brutta classifica, era forse lecito aspettarsi più tifosi; circa 400 quelli intabarrati di rossoblu presenti nel settore ospiti. Va inoltre sottolineato che nel prepartita le strade attorno al “Franco Ossola” hanno subito chiusure – e relativi ingorghi – fin da mezzogiorno. Onestamente troppo, e questo modo di organizzare l’ordine pubblico non giova a nessuno e fa solo arrabbiare chi va allo stadio e chi non ci va.
CALCIO D’INIZIO – Dionigi mette sul tavolo qualche carta inattesa per l’undici titolare: fa giocare infatti i tre subentrati di Cittadella (Kurtisi, Barberis e Jakimovski), conferma la panchina per Zecchin e tiene fuori un po’ a sorpresa anche Falcone. Lopez inizia con il 4-3-1-2 con Bessa dietro a Cacia e Improta: cambierà nella ripresa quando disegnerà una squadra più concreta con l’ingresso di Sansone.
IL PRIMO TEMPO – Cronaca che rasenta il foglio bianco, almeno a livello di occasioni, per tutta la prima frazione. Da segnalare invece c’è il modo delle due squadre di stare in campo: spesso e volentieri ci sono ben 21 giocatori nella metà campo del Varese, con il solo portiere Coppola a presidiare la propria rete. Chiudendo così gli spazi, per lo meno, il Varese rischia poco: gli ospiti provano qualche tentativo da lontano ma è fuoco per tastare il terreno. Perucchini deve comunque intervenire: al 27′ tiro angolato e basso di Zuculini respinto dal portiere e allontanato da Capezzi, al 33′ gran parata su punizione di Casarini diretta in porta. La squadra di Dionigi prova più che altro qualche sortita a sinistra, dove Jakimovski è vivace, ma non va quasi mai al tiro.
Il “quasi” è dovuto perché al 44′ arriva il gol del vantaggio: azione in cui Kurtisi serve Jakimovski la cui conclusione è ribattuta ma è raccolta da Corti che con un gran piatto destro (foto di S. Raso) firma la seconda rete del suo campionato. Gran gol del capitano (in assenza di Neto) e squadre al riposo sull’1-0, risultato che gli ottimisti scambiano per un segno del destino.
LA RIPRESA – E nel primo quarto d’ora della ripresa il Varese crede davvero che le stelle siano allineate: questo perché il Bologna si riversa nell’area biancorossa ma in un modo o nell’altro i padroni di casa si salvano sempre. Grande merito è di Perucchini, assolutamente strepitoso al 10′ quando riesce ad arrivare su un siluro di Zuculini deviato da un difensore. Dionigi ha intanto inserito Falcone, autore di un buon inizio ma poi sparito; proprio per lui c’è un’azione che mette i brividi al Bologna (12′) vanificata però dal fuorgioco, con Culina – peggiore in campo – che cincischia troppo prima dell’ultimo passaggio (Falcone comunque calcia alto).
Al quarto d’ora però il Varese cede: Corti deve gestire un pallone difficile a centrocampo e perde il possesso, il Bologna si allunga sulla destra e Cacia trova un diagonale perfetto su cui Perucchini stavolta proprio non ce la fa. Il pareggio mette le ali ai rossoblu e allo stesso bomber che 5′ dopo replica, questa volta con la colpevole complicità di Rea (foto sopra di S. Raso): azione prolungata ma il Varese pare salvarsi. Il difensore però, sul secondo palo, copre male la palla e si fa uccellare dal centravanti a due passi dalla porta per l’1-2.
Il Varese di fatto finisce qui: a poco serve l’inserimento di Osuji che tra l’altro perderà malamente la palla che porta Sansone a fare il tris al minuto 37′. E se anche Perucchini stavolta si fa sorprendere, significa che i padroni di casa hanno perso anche l’ultimo baluardo: finisce 3-1 per il Bologna, con la Curva Nord che attacca Imborgia e lascia gli spalti prima della fine. Gesto comprensibile ma che non si vedeva da tempo immemore: le speranze sono sempre più sottili
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