Pozzecco, dall’addio alla panchina alla poltrona di vicepresidente
Secondo indiscrezioni il playmaker diventerà alto dirigente di Pallacanestro Varese con delega di responsabile dell'area tecnica

Dimesso da allenatore, tenuto all’interno della società e ora promosso a dirigente di primissimo piano. É questa la strana e inconsueta parabola percorsa nell’ultima settimana da Gianmarco Pozzecco all’interno della Pallacanestro Varese, una mossa che ricorda certe “virate” improvvise e spiazzanti sul parquet, quando ancora giocava e infiammava Masnago.
Secondo indiscrezioni molto attendibili infatti, il Poz andrà a ricoprire l’incarico di vicepresidente biancorosso e avrà anche la responsabilità del’area tecnica, ruolo che dunque lo metterà in condizione di scegliere le pedine chiave nella costruzione delle squadre che verranno (dal g.m. all’allenatore). Di fatto quindi, Pozzecco prenderà il posto che è stato fino a pochi giorni or sono di Cecco Vescovi, il quale si è dimesso “completamente” proprio in seguito ad attriti con l’ex compagno di squadra.
Che la Mosca Atomica fosse rimasto nell’orbita biancorossa era cosa chiara e sdoganata fin da subito: lo ha detto lui stesso quando ha passato a Caja la panchina, lo ha confermato il presidente Coppa nella stessa circostanza, lo hanno ribadito anche nelle scorse ore i consiglieri di amministrazione del consorzio “Varese nel Cuore”.
Il primo pensiero che tutti hanno avuto è che il Poz potesse restare in veste di “ambasciatore” del club o come figura chiave dell’area marketing, sfruttando il suo carisma, la sua popolarità e la sua identificazione con i colori biancorossi. Invece la società lo ha inserito ben più in alto, in un ruolo operativo a livello prettamente sportivo: in pratica una promozione nonostante i problemi palesati da allenatore. Per carità, lo stesso Vescovi aveva seguito un percorso simile – vice di Mrsic nella disgraziata stagione della retrocessione e poi g.m e presidente a seguire – pochi anni fa. Ma ci permettiamo, pur con tutto l’affetto per il Poz, di storcere il naso su questa decisione inusuale e forse poco opportuna in questo momento. Ciò nonostante, buon lavoro: Varese e la Openjobmetis ne hanno bisogno fin da subito.
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