Lavorare in Svizzera è una grande opportunità

Grande partecipazione di imprenditori al convegno di Confartigianato Varese su "Cosa fare per lavorare in Svizzera"

“La soluzione non è spostare la propria impresa in Svizzera, ma andare a lavorare oltre frontiera è una grande opportunità. Per questo dobbiamo conoscere bene la loro realtà”. Davide Galli apre così l’incontro sul “Cosa fare per lavorare in Svizzera”.
Sala Napoleonica è stracolma e da giorni erano esauriti i posti per partecipare al convegno organizzato da Confartigianato Varese.
“La prima parole chiave per lavorare in Svizzera è “regola”: le norme da seguire, per gli imprenditori italiani, si sono fatte più severe, in alcuni casi più restrittive, e sugli obblighi non si scherza. Basti pensare, per esempio, alle nuove complicazioni che riguardano le gare d’appalto.

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La seconda parola è “omissione”: niente è facile perché le sanzioni sono rigide. Una precisazione: in Svizzera sono fiscali tanto quanto in Italia, ma là il controllo è puntuale e rigoroso. E non si fanno sconti a nessuno.

La conoscenza e l’approfondimento dei nuovi vincoli normativi permette all’impresa italiana di lavorare con serenità e, possibilmente, con maggior profitto”.

Ad affrontare le questioni da un punto di vista tecnico normativo è intervenuto Giampaolo Lamantia, dottore commercialista esperto degli aspetti amministrativi e fiscali per lavorare in Svizzera.

“Teniamo presente – ha spiegato insieme a molto altro Lamantia – che per quanto riguarda i nostri collaboratori questi dovranno esser retribuiti come previsto dai contratti collettivi svizzeri. Questo va indicato con chiarezza nelle buste paga”.
Massimo Pagano ha trattato poi le professioni che sono regolamentate in Svizzera. È infatti necessaria una pratica di abilitazione perché si possa operare. “Il riconoscimento è facile da ottenere una volta presentata una istanza. Malgrado si parli di 30 giorni, servono in realtà tre quattro mesi. A volte può esser richiesta una prova attitudinale per verificare le competenze”.
I due esperti hanno presentato molto materiale tecnico che può esser consultato sul sito internet dell’associazione.
“Con la nuova normativa – ha proseguito Pagano – per partecipare alle gare di appalto con la propria attività è richiesta la presenza di un soggetto fiscale elvetico. Occorre annunciarsi e avere un partner svizzero che sarà il rappresentante legale e fiscale”.
Killian Bay ha affrontato poi le modalità con cui poter operare.
“La prima possibilità è quella di costituire una società di diritto svizzero. La SAGL è una forma societaria simile alla Srl italiana. Una delle condizioni è quella di avere all’interno una persona gerente che è residente in Svizzera. I tempi di costituzione sono di circa 2-4 settimane e costa circa tremila franchi. La seconda possibilità è quella di costituire una succursale, che poi è in tutto una costola. Questa potrà chiudere direttamente contratti. Resta comunque l’obbligo di un rappresentante delegato residente in Svizzera.
La terza possibilità è quella della rappresentanza fiscale delle imprese che effettuano sul territorio svizzero forniture di beni o prestazione di servizi”.
Il convegno ha riscosso un grande successo di partecipazione in sala con gli imprenditori che hanno presentato molte domande. Queste troveranno una risposta nei prossimi giorni sul sito internet dell’associazione.
Davide Ielmini e Michela Cancian hanno gestito il convegno per conto di Confartigianato Varese.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Marzo 2015
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