Una comunità contro Poste Italiane: “Non chiudere l’ufficio di Bolladello”
Sindaco, parroco e associazioni contro la decisione di chiudere l'ufficio postale di Bolladello. Ratificate le 700 firme raccolte tra i cittadini, soprattutto anziani, che si vedono privati di un servizio importante

«Con la chiusura dello sportello di Bolladello, più di 1650 famiglie si vedrebbero costrette a ripiegare sullo sportello postale di Cairate». Lunedì, 2 marzo, presso la sede comunale di Cairate, via Monastero 10, si è tenuto l’incontro in cui è stato esposto il problema della chiusura dello sportello di Poste Italiane di Bolladello e sono state autenticate le 700 firme raccolte, simbolo di una comunità che ha voluto esprimere i propri dubbi sulla legittimità della scelta. Il Sindaco, Paolo Mazzucchelli, ha espresso il pensiero della comunità che contesta sostanza e metodo con cui è stata presa la scelta di chiudere definitivamente lo sportello. La decisione della società è stata comunicata tramite raccomandata e, secondo il Sindaco, tutto segue una logica finanziaria e non sociale.
L’80% delle firme appartengono a cittadini anziani che si vedrebbero costretti a recarsi a Cairate e, per tutti coloro che non hanno alcuna possibilità di muoversi autonomamente o di farsi accompagnare, non resterebbe che l’opzione dei mezzi pubblici, le cui linee sono spesso e volentieri inefficienti. Un problema che Poste Italiane ha esplicitamente dichiarato essere” non di propria competenza” e che fa sbottare il sindaco: «Da qui si evince che Poste Italiane non è più al servizio dei cittadini ma fine a se stessa». L’azienda sembrerebbe non aver alcuna intenzione di rivedere la propria decisione e, quasi sicuramente, il 14 aprile l’ufficio di Bolladello chiuderà i battenti.
Secondo Mazzucchelli la strategia utilizzata da Poste Italiane, sembra avere un chiaro obiettivo: diventare la prima banca in Italia: «Loro stanno razionalizzando, vorranno tenere uno sportello per Comune e poi mettere sul mercato le azioni, azioni che io, ad oggi, posso sottoscrivere che saranno acquistate per la maggioranza da Società di Gestione del Risparmio e dalle Banche che attraverso questo processo potranno vendere i propri strumenti finanziari» – ha affermato il primo cittadino,chiedendo onestà e chiarezza al Ministero «almeno ammettendo gli interessi di natura economica».
Anche il parroco e decano di Cairate don Basilio Mascetti ha portato la testimonianza diretta dei cittadini:«E’ un problema sociale e di un mancato servizio di Poste Italiane alle famiglie residenti a Bolladello. Dopo la chiusura di piccole imprese e negozi, chiudere anche le poste sembra voler impoverire una realtà che non ha bisogno di ulteriori limitazioni».
Alla conferenza stampa erano presenti ben 8 associazioni della popolosa frazione che hanno voluto sostenere l’iniziativa del sindaco e testimoniare la vitalità di una comunità: Associazione ciclistica Dal Zovo di Bolladello, Aido, Alpini, l’Acli di Bolladello, Pro Loco di Cairate, Kokoro Dai, A.S.D Bradipo Zoppo e l’Associazione dei Camionisti.
Si è fatta sentire anche la voce di Antonio Posti delle Acli che ha fatto notare come a Peglio, paesino di circa 200 abitanti in provincia di Como, lo sportello postale non sia stato chiuso definitivamente, ma è aperto ai cittadini due/tre volte la settimana: «E’ incredibile pensare che venga chiuso uno sportello con bacino di utenza di 4000 persone, come quello di Bolladello».
Inoltre, il problema di Bolladello, riguarda anche altri sei comuni che, nel giro di sei mesi, spariranno completamente: Brenno Useria, Corgeno, Lavena Ponte Tresa 1, Oltrona al Lago, Schianno, Trevisago. Per altre 15 filiali, invece, si attuerà un piano di razionalizzazione che prevede aperture a giorni alterni, che potranno essere di 2, 3 o 4 giorni. Gli uffici interessati sono: Azzio, Brinzio, Cadegliano, Casalzuigno, Castelveccana, Cazzago Brabbia, Ferrera di Varese, Gurone, Mombello, Montegrino Valtravaglia, Ranco, Tronzano Lago Maggiore, Varese 4, Vizzola Ticino, Voldomino.
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