Crisi Gruppo Zucchi: a rischio 1.000 posti di lavoro
L’assemblea degli azionisti, controllata dal portiere della Juventus, Gianluigi Buffon ha deciso di aggiornarsi al 20 di aprile, per proseguire il negoziato con le Banche. Arpilli (Femca Cisl): «Richiesto un incontro urgente con l’amministratore delegato dopo l’assemblea degli azionisti»

«La Zucchi Bassetti e la Mascioni, con i loro stabilimenti di Cuggiono, Rescaldina e Cuvio (foto), rappresentano ancora una risorsa importante per questo territorio. Il nostro auspicio, pertanto, è che si possa superare positivamente questa situazione di crisi, attraverso una nuova ristrutturazione del debito, così da garantire un futuro ai circa 1.000 lavoratori del gruppo». È quanto dichiara Renzo Arpilli, delegato della Femca Cisl Milano Metropoli, zona Legnano Magenta (nella foto allegata), a proposito della crisi della Zucchi.
L’assemblea degli azionisti, controllata dal portiere della Juventus, Gianluigi Buffon, infatti, ha deciso di aggiornarsi al 20 di aprile, per proseguire un negoziato con le Banche, al fine di ottenere un ulteriore aumento di capitale, indispensabile alla ristrutturazione del debito e per sostenere un nuovo piano industriale. Ad oggi il debito nei confronti degli istituti di credito (Intesa Sanpaolo, Bpm e Unicredit,Bnl, Banco Popolare e Ubi) ammonta a circa 100 milioni di euro.
«Senz’altro – afferma Arpilli – stiamo parlando di una cifra assai significativa, tuttavia, seppur stiamo seguendo l’evolversi di questa vicenda con la dovuta attenzione, siamo cautamente fiduciosi di poter giungere ad un epilogo positivo. Finora – osserva il sindacalista cislino – il dialogo con la proprietà è stato costruttivo, anche sulla scorta delle garanzie dateci da Giovanni Battista Vacchi, amministratore delegato del gruppo ».
In ogni caso, è sempre alto il livello di guardia delle parti sociali sul caso Zucchi. «Dopo l’assemblea del 20 aprile come sindacati abbiamo già chiesto a livello unitario un incontro urgente così da comprendere meglio le prospettive future dell’azienda. E’ chiaro – conclude Arpilli – che ci stiamo organizzando anche per la peggiore delle ipotesi. Sul sito di Rescaldina c’è già un accordo di massima per l’avvio del contratto di solidarietà. Naturalmente, arriviamo già da due anni di Cassa Integrazione Straordinaria dovuta alla riorganizzazione. Malgrado ciò – assicura il rappresentante della Femca – metteremo in campo tutti gli ammortizzatori sociali possibili a tutela dei lavoratori».
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