Estorsione all’officina, il teste fantasma fa slittare la sentenza

La difesa di Francesco De Marte ha ottenuto l'accompagnamento coatto di un teste residente in Sicilia e che non avrebbe i soldi per il biglietto. All'imputato il tribunale ha negato la possibilità di ospitare i genitori

tribunale busto arsizio

Slitta la conclusione del processo per estorsione nei confronti di Francesco De Marte, accusato di aver chiesto e ottenuto con l’uso della forza riparazioni gratuite ai camion della sua azienda di trasporti da parte della Truck Service, un’officina di Gerenzano oggi chiusa. La vicenda risale al 2011 quando De Marte, in un’occasione, si sarebbe presentato armato di pistola nell’ufficio del titolare puntandogli contro l’arma per ottenere un preventivo. In un’altra occasione De Marte avrebbe tentato di dare una ginocchiata ad uno dei dipendenti.

La vicenda che coinvolge De Marte, già condannato per una serie di incendi nel 2010 e per traffico di droga e detenzione di armi dal tribunale di Imperia, fa parte della maxi-inchiesta sull’associazione a delinquere che operava nel Saronnese, sgominata nel 2014 dalla Procura e dai Carabinieri di Saronno.

Ad allungare i tempi per arrivare ad una sentenza è stata la mancata presenza di un teste della difesa che da diverse udienze non risponde all’appello del tribunale. Prima era irreperibile, poi è stato trovato dalla polizia giudiziaria in provincia di Catania ma si è rifiutato di comparire in aula dichiarandosi impossibilitato a pagarsi il viaggio. Questa volta è stato disposto dal tribunale l’accompagnamento coatto, su richiesta della difesa che ha deciso di non rinunciare alla sua audizione davanti al collegio presieduto dal giudice Renata Peragallo.

La richiesta degli avvocati di De Marte, Francesca Cramis e Cesare Cicorella, è stata accolta nonostante l’opposizione del pubblico ministero Pasquale Addesso che ha sottolineato il ruolo marginale dell’uomo nella vicenda. Infine è stata respinta dalla corte la richiesta delle difese di concedere ai genitori di De Marte di soggiornare a casa dell’imputato, nel frattempo uscito di cella e ristretto agli arresti domiciliari.

La decisione ha lasciato l’amaro in bocca all’avvocato Francesca Cramis che, a margine dell’udienza, ha commentato: «Una decisione incomprensibile quella presa dai giudici nei confronti degli anziani genitori del mio cliente – ha detto l’avvocato – se il tribunale teme che De Marte parli con pregiudicati allora non dovrebbe neanche concedere la possibilità di recarsi in ospedale per gli esami o in tribunale senza scorta».

La prossima udienza si terrà il 13 maggio e in quella occasione, dopo aver ascoltato il teste, si procederà con la requisitoria del pm e, probabilmente, con le conclusioni dei difensori. La sentenza potrebbe slittare ad un’udienza successiva.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Aprile 2015
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