Morì dopo l’incendio al tiro a segno, due a processo
L'allora direttore/commissario e il presidente del poligono di Olgiate Olona affronteranno il processo per la morte di Pasquale Pellegrino, deceduto per le ustioni riportate nell'incendio
Il direttore/commissario del Tiro a Segno nazionale di Busto Arsizio, Bruno Romagnolo e il presidente Lazzaro Mandelli sono stati rinviati a giudizio per la morte del gallaratese Pasquale Pellegrino, avvenuta tre settimane dopo il drammatico incendio che ha distrutto il poligono di Olgiate Olona in cui rimase gravemente ustionato, avvenuto il 7 settembre del 2013. La decisione del giudice per l’udienza preliminare Luca Labianca è arrivata al termine dell’udienza di questa mattina. La prima udienza davanti al collegio è prevista per il 25 settembre.
Lazzaro e Mandelli, difesi dal legale Mauro Umiltà, non hanno scelto riti alternativi e affronteranno il dibattimento. L’avvocato, infatti, è convinto di poter arrivare ad un’assoluzione piena attraverso il processo che ricostruirà quanto avvenuto in quel maledetto pomeriggio di due anni fa quando le fiamme – scaturite dalla polvere da sparo delle armi ad avancarica usate durante una competizione – distrussero parte della storica struttura che esiste dal 1883 e che proprio di recente è stata ristrutturata. Per il pubblico ministero Nadia Calcaterra vi fu la loro responsabilità nella morte dell’uomo
Quel sabato il 52enne Pasquale Pellegrino, dopo un principio di incendio apparentemente domato, decise di andare a recuperare l’arma e rimase bloccato nella zona di tiro con le fiamme che – d’improvviso – avevano ripreso vigore ustionandolo in maniera grave prima che gli altri colleghi riuscissero ad estrarlo dall’area di tiro. L’uomo, dopo una lunga lotta per la sopravvivenza al centro grandi ustionati del Niguarda di Milano, è deceduto. La famiglia si è costituita parte civile ed è rappresentata dall’avvocato Maria Cristina Marrapodi.
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