Pallacanestro Varese, ecco le idee dei nuovi investitori
Gianfranco Ponti, professionista della finanza con lunghe esperienze all'estero, indirizza al sindaco il suo programma per rilanciare la società biancorossa, coinvolgendo (e criticando) il Consorzio

Sono elencati in una lettera lunga e articolata, diretta al sindaco Fontana, i motivi e i modi di un possibile e corposo investimento in Pallacanestro Varese. A firmarla è Gianfranco Ponti, 55enne manager che da anni opera all’esterno nel settore finanziario (in Mediobanca, Lazar Frères, Athena Private Equity; attualmente impegnato in Wedge Privat Capital) e che è figlio di Vittorio Ponti, il più stretto collaboratore di Giovanni Borghi ai tempi della Ignis.
Parole in cui Ponti si confronta con l’attuale proprietà del club biancorosso, il "Consorzio Varese nel Cuore", verso il quale il finanziere mostra un doppio atteggiamento: da un lato coinvolge il gruppo di soci nel progetto, riconoscendo l’importanza del lavoro svolto in questi anni, dall’altro usa il (metaforico) bastone per criticare alcuni attuali aspetti della gestione. Dal recente allontanamento di Vescovi a frasi quali «competenze manageriali e sportive internazionali e di alto livello che oggi non sembrano sufficientemente presenti».
In soldoni, il progetto tratteggiato da Gianfranco Ponti prevede un affiancamento amichevole al Consorzio da parte sua e del suo gruppo di investitori radunati in una nuova società chiamata SHP; l’idea è quella di portare il capitale sociale di Pallacanestro Varese a un milione di Euro, la metà del quale coperto da SHP e il resto (l’attuale è di 120mila Euro) completato dai consorziati. SHP si prenderebbe inoltre in carico la gestione sportiva del club cestistico lasciando al Consorzio (comunque rappresentato nel CdA da un proprio membro) l’attività che già sta svolgendo per quanto riguarda la raccolta di sponsor e partnership.
Il tutto per garantire a Varese una squadra di basket che nel prossimo quadriennio possa puntare costantemente alle prime quattro posizioni nel campionato nazionale e a una conseguente partecipazione alle coppe europee, contando anche su qualche giocatore italiano di valore e di qualche giovane talento da crescere in casa.
Nella sua lettera Ponti tocca anche l’aspetto legato al settore giovanile, per il quale prevede un investimento congruo – 250mila euro a stagione – in modo da dare a Pallacanestro Varese una base solida da cui pescare per la prima squadra.
Tutte questioni (nella lettera si parla anche della necessità di aumentare i ricavi e di aspetti relativi alla innovazione nella ricerca di partner e sponsor) ovviamente di interesse primario per chi ha a cuore la società dieci volte campione d’Italia, dai semplici tifosi, agli attuali proprietari e alle autorità cittadine.
Nella lettera di Ponti, come accennato, ci sono alcuni passaggi aggressivi verso il Consorzio (la chiusura non è particolarmente invitante: «La peggior cosa che potrebbe accadare al basket varesino è un arrocco e un piccolo cabotaggio che umilierebbe Pallacanestro Varese e la nostra città») mentre, al di là dell’aumento di capitale, mancano indicazioni precise su chi e come metterebbe i soldi per le gestioni ordinarie, stagione per stagione. Numeri che andranno specificati nei prossimi incontri che coinvolgeranno gli attuali proprietari e lo stesso sindaco Fontana, chiamato a fare da garante di una operazione sicuramente interessante e da considerare per bene. Da parte sua, il Consorzio tornerà a valutare a breve le proposte di Ponti: vedremo quali saranno le eventuali risposte e l’atteggiamento dei nuovi investitori. Sperando che dal parquet, nel frattempo, arrivi la blindatura della salvezza: la prima urgenza in casa biancorossa.
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