Slow Food contro Confagricoltura e “L’agricoltura industriale”
Il responsabile della condotta di Varese di Slow Food, Claudio Moroni, replica alle dichiarazioni del presidente di Confagricoltura Varese: "Dice che il "nostro" modello di agricoltura non dà reddito mentre è vero proprio il contrario"
Egregio direttore,
A proposito dell‘articolo di Confagricoltura, il solito Gervasini ogni tanto deve fare le sue sparate contro Slow Food e altri che non condividono il suo tipo di agricoltura “industriale”, ignorando o facendo finta di ignorare che nel mondo l’80% dell’agricoltura è a carattere famigliare e che lo stato di sofferenza dell’agricoltura anche italiana è dovuta al suo modello sorpassato, inquinante e distruttivo della biodiversità che non porta da nessuna parte.
Dice che il “nostro” modello di agricoltura non dà reddito mentre è vero proprio il contrario, il “suo” dà reddito solo ai grandi latifondisti, mentre noi pensiamo che il reddito debba andare ai contadini che coltivano direttamente e le prove sono proprio qui sul nostro territorio.
Sì perchè questo signore (non si sa perchè) viene Qui a dire queste cose, Qui dove il suo modello di agricoltura NON esiste, data anche la configurazione del territorio, mentre esiste un bel modello di allevatori e agricoltori a carattere famigliare (e sia chiaro che famigliare non vuol dire necessariamente piccolo), anche di giovani che si sono innamorati della terra e che non sono certo privi di innovazione e progresso e che guadagnano decentemente in quanto vendono i loro prodotti direttamente al pubblico con contatto diretto senza intermediari e garantendo quella biodiversità che ci distingue da altri Paesi.
Quanto all’Expo, Slow Food fin dall’inizio si è dichiarato contrariato perchè si è perso di vista il senso iniziale della manifestazione, ci partecipa ugualmente per portare la propria filosofia ai visitatori e perchè gli assenti hanno sempre torto. Si parlerà di biodiversità (parola che forse da fastidio all’industria agroalimentare, meglio produrre poche varietà con grandi guadagni…) e quanto ai contadini sarà Slow Food a portarli in ottobre, alcune migliaia provenienti da tutte le parti del mondo che porteranno la loro testimonianza di produttori, agricoltori e allevatori, ma anche testimoni di quanto nei loro paesi i latifondisti (non solo italiani) e le multinazionali hanno sottratto terra e biodiversità agli abitanti, magari solo per produrre biocarburante e vendere sementi ogm con i loro fertilizzanti e pesticidi che ormai stanno andando sotto inchiesta anche negli stessi Stati Uniti.
Cordiali saluti
Claudio Moroni
Slow Food Varese
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