Un alloggio temporaneo per chi rimane senza casa
L'offerta arriva dal Comune di Varese che risponde con il progetto TEA al dramma legato alla momentanea mancanza di una casa. Nuclei familiari con minori potranno ottenere un tetto per un periodo massimo di un anno
La perdita della casa è un dramma difficile da gestire. Se, poi, ci sono bambini, il problema diventa insormontabile. A volte capita che sia solo una questione momentanea, una situazione di breve durata perché si profila già la soluzione. È a questi nuclei familiari che si rivolge il Comune di Varese con un progetto di “housing sociale” denominato TEA (Temporanea emergenza abitativa) « Lo scorso anno abbiamo registrato una cinquantina di casi di sfratto provocato da situazione momentanea di difficoltà economica – ha spiegato la dottoressa Sara Casarin capo attività settore adulti Servizi Sociali – Devono lasciare il proprio alloggio, non hanno ancora un’alternativa valida ma hanno una risposta prossima. Ci riferiamo a loro per aiutarli a superare la momentanea difficoltà, risolvendo il problema maggiore in attesa che ripartano in autonomia».
Il Comune di Varese ha deciso di destinare una dozzina di propri appartamenti per dare ospitalità a madri e padri senza alternative immediate: « Si tratta di un pacchetto di misure che questa amministrazione ha messo a punto per risolvere il problema della casa – ha spiegato l’assessore alla Famiglia Enrico Angelini – Si tratta di un’offerta che ha valore temporaneo, tra sei mesi e un anno, il tempo per garantire alla famiglia la possibilità di ritornare a camminare con le proprie gambe. Pensiamo, per esempio, a quei soggetti che hanno già fatto domanda per un alloggio popolare e sono in buona posizione di classifica. O a coloro che hanno perso il lavoro ma hanno prospettive di reimpiego».
Praticamente, una decina di case sarà destinato alle madri con i bambini, due nuclei ad appartamento, mentre i padri verranno accolti in due alloggi distinti. Il progetto prevede che queste persone siano seguite e sostenute in un percorso da un soggetto del volontariato sociale, così da rimettersi in cammino e ritrovare la propria indipendenza sociale: « L’offerta ha volutamente carattere temporaneo – spiega l’assessore – perché si tratta di aiuto per ripartire e non di una soluzione definitiva. Per questo, stiamo stilando, con il piano di zona, un regolamento che fissi bene le caratteristiche d’accesso e le modalità di fruizione del servizio».
Le abitazioni saranno in via Valverde, viale Valgano, via Frasconi e via Piatti: si partirà tra l’inizio e la fine del mese di maggio, almeno nei due appartamenti di viale Valganna dove sono richiesti solo lievi interventi di ristrutturazione. Se il progetto darà risultati confortanti, il Comune potrebbe pensare di allargare l’iniziativa, magari con altri soggetti, accedendo anche ai diversi bandi che stanno promuovendo l’housoing sociale: «Per questa sperimentazione – ha detto Angelini – i fondi sono colo comunali».
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