Un percorso per riscoprire la ferrovia delle barche
La "ipposidra" fu il più serio tentativo per modernizzare il trasporto fluviale sul Ticino: una escursione guidata porta alla scoperta delle tracce dell'antico percorso

Ponti e viadotti attraverso i boschi, per modernizzare e “salvare” il trasporto sul fiume Ticino. L’ipposidra – la “ferrovia delle barche” che impiegava i cavalli come mezzo di trazione – entrò in esercizio nel 1858, opera colossale ma destinata a scomparire nel giro di soli dieci anni. Dei 18 viaggi giornalieri stimanti, si arrivò mediamente a solo 8 viaggi a causa dell’ostruzionismo dei “Paroni”, i barcaioli di Golasecca: questi erano infatti legati alle loro tradizioni ed erano abituati ai difficili viaggi lungo le rapide del fiume.
Uno scontro tra modernità e tradizione, tra barche e rotaje, che ha toccato altre zone d’Europa (dal Quercy alla Deule in Francia, al bacino del Reno) ma che sul fiume Ticino ebbe una storia davvero particolare. Dopo l’entrata in funzione della ferrovia a vapore Milano-Sesto Calende nel 1965 e della tratta fino ad Arona nel 1868, lipposidra ebbe il destino segnato e con essa l’ultimo tentativo di modernizzare il trasporto fluviale. Fu la fine, non solo della Ferrovia delle Barche (il cui fallimento fu decretato nel 1865), ma di tutta la navigazione sul Ticino e con essa della millenaria Civiltà dei Paroni di Golasecca. I golasecchesi smisero di navigare sul fiume ma non dimenticarono mai le proprie origini di naviganti.
Per riscoprire la storia dell’ipposidra Comune di Golasecca e Consiglio comunale dei Ragazzi propongono il 1° maggio un percorso guidato nei boschi della valle del Ticino, alla ricerca delle tracce – a volte imponenti – di quella straordinaria opera. L’escursione è accompagnata anche da Matteo Maggioni, storico locale. La passeggiata è aperta a tutti: ragazzi, genitori, nonni, la durata sarà di 3 ore circa. Indossare scarpe comode.
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