Un “virus” di salvataggio: il Ponti partecipa a Robocup
Un lavoro di squadra tra informatici e meccanici ha portato alla realizzazione di un robot costruito grazie ad Arduino e alla stampante 3D. Un prodotto realizzato nei laboratori della scuola dove girano droni di terra e di aria
Quando tecnologia, creatività e un main sponsor si ritrovano in un laboratorio scolastico, il risultato è davvero sorprendente.
Nei laboratori dell‘Isis Ponti di Gallarate, i ragazzi sperimentano, studiano e creano grazie aschede Arduino e alla stampante 3D fornita dall’Associazione artigiani. L’obiettivo era quello di creare un robot pronto a sostenere la grande sfida di Robocup, la manifestazione robotica che, a Malpensa fiere, vedrà sfidarsi, da domani, 1500 studenti di tutt’Italia.
Anche la quinta informatica, supportata da qualche smanettone di terza, è pronta a lanciare il guanto. Il loro “gioiellino” è un piccolo robot dall’aspetto di un virus che correrà veloce lungo il tracciato raccogliendo palline con un piccolo braccio a tenaglia.
Il lavoro è stato veramente il frutto di un “brain storming” collettivo che ha appassionato tutta la classe trovando anche sostenitori inaspettati in altre classi
Per arrivare al risultato finale, infatti, si è passati attraverso uno studio delle potenzialità delle schede Arduino, a cui si è aggiunta la capacità di progettare in 3D a cui Davide, Stefano e Nicholas, della terza informatica, si sono dedicati cercando anche tutorial in Youtube.Con competenze acquisite sui banchi di scuola, confronti e consigli ricevuti dai compagni dell’indirizzo meccanico e informazioni reperite in internet, gli studenti si sono avvicinati alla stampante 3d e hanno costruito il corpo del loro virus. Non è stata una passeggiata: a mano a mano che venivano idee, queste si trasformavano in progetti sul computer che dava imput alla stampante dove si testava la bontà della progettazione.
E mentre gli informatici costruivano il loro virus, accanto Stefano, Diego, Andrea e Fabiostavano azionando droni di aria e di terra. Sono tutte composizioni “made in Gallarate” : droni di terra cingolati che si muovono su qualsiasi terreno o droni più simili alle auto telecomandate, anche in questo caso la creazione è tutta “made in Gallarate” grazie alle schede Arduino. «Stiamo studiando anche prototipi per la stampante 3D – commentano i ragazzi – ma è ancora presto».Intanto stanno studiando anche i droni aerei: ora utilizzano modelli in commercio che hanno modificato nella parte tecnologica: Stefano, Diego, Fabrizio di terza elettronica con Andrea di seconda operatore meccanico si appassionano attorno a quel velivolo che, in volo, registra le immagini e le invia al computer. Un gioco spettacolare che, però, richiede competenze scientifiche precise, non ultime quelle di fisica per assicurare la stabilità di volo.
E poi lo chiamano “un gioco da ragazzi”… sì, ma da ragazzi preparati.
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