Basso al Giro da scudiero: “Cambia il ruolo, non la voglia”

Il campione di Cassano non punta più alla classifica: sarà al servizio di Contador. «La preparazione è la stessa di sempre, Alberto è il numero uno al mondo»

ivan basso ciclismo tinkoff

La voce calma, le parole misurate ma anche l’entusiasmo di mettersi alla prova in un ruolo nuovo, meno eclatante rispetto al passato ma ugualmente al centro dell’attenzione e della battaglia. Ivan Basso si appresta a vivere il suo nono Giro d’Italia e per la prima volta dopo tanti anni lo fa con obiettivi differenti rispetto alla vittoria o comunque alla classifica generale.
Basso, che a novembre compirà 38 anni, da questa stagione gareggia infatti per la Tinkoff-Saxo che ha come capitano nientemeno che Alberto Contador, il fortissimo madrileno già capace di vincere Giro, Tour e Vuelta. Il campione varesino sarà dunque l’uomo di riferimento del “Pistolero” nelle tappe decisive, di alta montagna: l’esperienza e il “motore” di Ivan faranno da preludio agli attacchi dello spagnolo.

Ivan, per lei questo Giro è un’avventura nuova sia per il ruolo ricoperto sia per la squadra di appartenenza. Come arriva alla partenza di Sanremo?
«Mi sono avvicinato al via come tutti gli altri anni: il compito che avrò è diverso dal solito, ma la mia voglia, il modo di correre e quindi la preparazione non si discostano molto dal passato. Quel che cambia è il fatto che dovrò aiutare Contador, il più forte corridore al mondo nelle corse a tappe, che ha vinto otto grandi giri in carriera (due revocati, ndr) e che ha conquistato la Vuelta 2014, ultima gara di questo tipo disputata».

Da capitano ha avuto accanto diversi luogotenenti importanti: ora che in quel ruolo c’è lei, si ispira a qualcuno di loro in particolare?
«Io avrò il compito che Vincenzo Nibali ebbe nella Liquigas nel 2010, quando vinsi il mio secondo Giro: dovrò entrare in azione solo quando Alberto avrà bisogno e dargli un contributo speciale, che solo io posso fornirgli. Non mi ispiro a qualcuno in particolare, ma ho avuto molti bravi corridori accanto: ho l’esperienza per portare a termine il compito».

Il vostro è uno squadrone: con lei e Contador ci sono anche Kreuziger, Rogers, Tosatto e tanti altri. Cosa ne pensa?
«Mi auguro che all’arrivo si possa confermare quello che è contenuto nella vostra domanda. Sulla carta il nostro è un grande team, e non nascondo che quando siamo insieme dà fiducia vedere intorno a sé così tanti corridori forti. Poi però c’è un Giro da correre per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati: sarà la strada a dire la verità».

C’è qualche avversario che temete in modo particolare?
«Rispetto a qualche anno fa il ciclismo è cambiato. Certo, i pretendenti alla maglia rosa sono in numero ristretto, 4 o 5, ma poi il gruppo si allarga a quelli che vogliono entrare nei primi cinque e a quelli che puntano ai primi dieci. Ogni capitano ha una squadra con una strategia, con un piano B e un piano C. Questo per dire che non si può guardare solo ai favoriti ma bisogna tenere d’occhio tutto il gruppo, con alleanze ed equilibri che vanno e vengono. Paradossalmente una squadra come la Tinkoff-Saxo può avere una strategia facile: pedalare il più forte possibile. Ci siamo attrezzati per quello».

Ivan Basso arriva al Giro senza aver corso tantissimo in primavera. Una scelta?
«Secondo me non ho né corso poco, né corso tanto: ho calibrato i giorni di gara in funzione di arrivare ben preparato al Giro ma anche in previsione di disputare una seconda corsa a tappe più avanti, vedremo poi se il Tour o la Vuelta. Anche in quel caso però, non da capitano: per la classifica finale la Tinkoff ha altri leader e da parte mia credo sia importante riconoscere i limiti dati dall’età e guardare la realtà».

Fisicamente lei come sta, a due giorni dall’inizio del Giro?
«Sto molto bene, sia a livello fisico sia di testa».

E Contador?
«Sta altrettanto bene, ma io sono molto rispettoso della privacy dei miei compagni e non vi dico di più. Posso solo aggiungere che si è preparato con grande attenzione all’appuntamento “rosa” e, con tanti grandi giri già vinti in carriera, penso proprio che sappia come si arriva a puntino al via della corsa».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Maggio 2015
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