Furgoni come arieti: in manette la banda della spaccata

Colpi su colpi fra Varese e l’Italia centrale. Nel mirino dei malviventi fermati dai nostri militari borse griffate e pelletteria di lusso, ma anche i potenti mezzi da lanciare contro muri di cinta e cancellate per aprirsi la via

Operazione Carabinieri Paine Greu 25 maggio 2015

Potenti furgoni usati come ariete contro vetrine, cancellate e addirittura muri. Studio dell’ambiente da colpire, con allarmi fatti scattare ad arte per testare la risposta di forze dell’ordine o proprietari; comunicazioni via radio – senza telefoni – e un mercato attento al loro lavoro di ladri che ha portato i carabinieri di Varese ad arrestare 6 persone, tutte di nazionalità moldava, e a recuperare nel complesso 850 mila euro di materiale, per lo più borse griffatissime.

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L’INIZIO A VARESE – Tutto comincia col furto avvenuto nell’estate del 2013 in due aziende vicine; siamo a Varese, al principio della Valle Olona, in via Mulini Trotti. Viene presa di mira prima una valigeria che produce articoli per importanti marchi. Il commado entra nel cuore della notte, ruba borse e capi di valore utilizzando un furgone come apripista, poi per guadagnarsi la fuga sfonda il muro di cinta di un’altra azienda adiacente: anche lì razzia, furto e fuga. Il risultato è che i carabinieri si rendono subito conto di aver a che fare con dei professionisti: una squadra di persone molto determinate e del mestiere che hanno un duplice obiettivo: la mobilità e la rapidità d’azione per colpire soprattutto nel mercato della pelletteria di alta qualità. Nel mirino, infatti, finiscono molti terzisti con borse pronte ad essere commercializzate. Alcuni primi indizi cominciano a trovarsi analizzando i navigatori satellitari dei mezzi impiegati nei colpi.

TOSCANA, MARCHE, ROMAGNA – La scia di furti lascia il Varesotto per trasferirsi, nei mesi successivi in Italia Centrale. Vengono associate alle stesse “mani” – ma verrebbe da dire, anche alle medesime “menti” – diverse spaccate in aziende di borse, cinture e suppellettili di pregio, ma al contempo anche in autorimesse o in aziende di trattori: a fare gola è sempre il mezzo potente, da tanti cavalli, capace di una forza d’urto in grado di sfondare inferriate e muraglioni di contenimento.
Vengono così colpite Forlì, in Emilia Romagna, ma anche Montespertoli, Scandicci e Firenze Peretola, in Toscana. Poi ancora Ancona, e Osimo, nelle Marche: in quest’ultima località viene presa di mira la Compagnia Generale Trattori.

GLI ARRESTI E L’EVOLUZIONE DELLE INDAGINI – Il nucleo operativo di Varese indaga. Vengono scandagliate le località che i malviventi lasciavano impostate sui navigatori satellitari dei mezzi rubati, e sui navigatori satellitari essi stessi oggetto di furto nelle aziende (una delle quali, di Crema, in Lombardia, si occupa di informatica: lì sono spariti monitor, router e altro hardware di valore). Il modus operandi era sempre lo stesso: «Grande spregiudicatezza delle azioni criminose – ha sottolineato in conferenza stampa il capitano Gerardina Corona, alla guida della compagnia di Varese – svolte con non meno di cinque individui alla volta, e senza preoccuparsi, oltre al materiale rubato, dei grandi danni che venivano provocati durante i colpi».

Le indagini stringono il cerchio attorno ai sei moldavi, non a caso l’operazione dei carabinieri si chiama “Paine greu”, pane duro, nella loro lingua. Vengono raccolti indizi e ricostruiti tragitti, alla fine il bilancio è sufficiente a far chiedere al pubblico ministero di Varese, Annalisa Paolomba, le misure di custodia cautelare che il giudice delle indagini preliminari Alessandro Chionna firma.

I carabinieri fanno scattare gli arresti: l’ipotesi di reato è di furto aggravato e continuato; i sei hanno un’età compresa fra i 30 e i 40 anni. Quattro degli arresti sono avvenuti a Milano Marittima, sulla costa Adriatica. Altri due vengono raggiunti nel Milanese, a Pioltello. I sei erano considerati soggetti piuttosto mobili sul territorio nazionale ed era secondo gli investigatori molto probabile che riuscissero a fuggire anche all’estero. Gli arrestati sono disoccupati, senza fissa dimora e con precedenti di polizia.

Resta da capire quale possano essere eventuali sviluppi delle indagini nel resto della filiera che comprende i possibili ricettatori della merce rubata.

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Pubblicato il 25 Maggio 2015
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