Gigi Farioli: “Confrontiamoci sulla Carta di Milano”
Il Primo Cittadino ha scritto una lettera per invitare politici e associazioni a confrontarsi sui temi dell’Expo. E annuncia: “organizzeremo incontri innovativi”
Il Sindaco Farioli ha inviato ai consiglieri comunali, agli assessori comunali, alle associazioni di categoria e alle organizzazioni sindacali una lettera sulle tematiche di Expo Milano 2015. Una missiva che muove i suoi primi passi dalla Carta di Milano, il documento che punta ad essere l’eredità dell’esposizione universale.
Carissimi,
come avevo già più volte sottolineato è con particolare piacere, oltre che con consapevole responsabilità, che intendo continuare gli sforzi dell’Amministrazione e della Città tutta per cogliere le opportunità che lo svolgimento di Expo alle porte della nostra città ci possono sicuramente offrire.Opportunità ed occasioni che, amo spesso pensarlo e ripeterlo, quasi sicuramente non capiteranno più a nessuno di noi vivente. E’ proprio per questo che credo che, non solo, ma anche ad omaggio di chi vinse e conquistò questa straordinaria opportunità per tutti noi, chiunque si trovi a svolgere in qualunque dimensione e con qualunque responsabilità un ruolo da protagonista contemporaneo ha il dovere di indirizzare ogni sforzo possibile a non sprecare ciò che ci viene offerto. Anzi, a rendere proficuo il talento che ci è stato donato ed insieme che ci è stato consegnato. Ebbene, non mancherò di tessere e seminare in tutti i settori, dal culturale al sociale, dall’economico al finanziario, dal relazionale al diplomatico, dal turistico al commerciale. E non mancherò di invitare ciascuno a far parte della rete. Se vogliamo però che, pur con tutte le facilitazioni ed opportunità che sapremo insieme offrire, non tutto venga esaurito in una sorta di Disneyland contemporaneo e semestrale oppure in una fiera dai molti mercati e mercatini, è anche indispensabile che ne emerga una riflessione responsabile sul tema che il sindaco Moratti pose alla base dell’Expo e che ne costituì un elemento esenzionale per l’assegnazione e per il successo nei confronti dei paesi più accreditati al mercato delle multinazionali e dei poteri economico finanziari di allora. Il tema infatti era, è e rimane Nutrire il pianeta, energia per la vita, con attenzione più ancora che al cibo al tema della nutrizione e della necessità, all’inizio del terzo millennio, di immaginare, costruire, realizzare anche una forma di economia sociale di mercato ed internazionale che sappia porre l’uomo al centro della dimensione internazionale e quotidiana, oltre che soggetto protagonista di uno sviluppo sostenibile economicamente, ambientalmente e socialmente; laddove nutrizione è anche nuova forma di economia, una coraggiosa e aperta politica dell’educazione e della formazione, un’intelligente programmazione della ricerca e della tecnologia ed utilizzo delle risorse e delle energie.
La Carta di Milano, realizzata in gran parte se non esclusivamente dalla Fondazione Barilla e firmata in occasione dell’inaugurazione da diversi cittadini, credo che non possa essere dimenticata, né acriticamente o pedissequamente sottoscritta come spesso si pretende per ogni petizione o mozione popolare. La allego perchè possa invece essere occasione di un confronto e di una riflessione che costringa – sì costringa – chiunque voglia responsabilmente essere attore protagonista dell’Italia di oggi e di domani a rifletterci, discuterne, confrontarsi. E’ mia personale intenzione, come già annunciato in Consiglio comunale, in occasione della seduta coincidente con Juventus-Real Madrid, organizzare, anche grazie ai vostri suggerimenti e collaborazioni, incontri e momenti anche innovativi che consentano l’illustrazione, il dibattito e un maturo convincimento a proposito. Non sarà sfuggito a voi, accanto al retorico e generico appiattimento su alcune tesi che si danno per scontate, l’intelligente dibattito che invece molti fogli nazionali ed esteri e organizzazioni di categoria anche nella nostra provincia hanno cercato di alimentare, purtroppo per il momento in una sorta di torpore generale.
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