Il Museo Vela riapre dopo il restauro

Dopo quindici mesi di lavoro la casa museo riapre al pubblico con la strepitosa collezione permanente e la mostra temporanea di Marcello, pseudonimo della scultrice e nobildonna friburghese Adèle d'Affry

Museo Vela

Scultura e pittura al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto (Ch)

Il Museo Vela di Ligornetto, in Canton Ticino, è una importante casa d’artista nel panorama europeo, oltre ad essere stato il secondo museo federale costituito dopo il “Museo nazionale svizzero” di Zurigo. L’attuale denominazione risale al 1989, ma Villa Vela è stata donata alla Confederazione nel 1892 dal pittore Spartaco Vela (1854- 1895), figlio di quel Vincenzo, ticinese, che fu esponente di rilievo della scultura celebrativa dell’Ottocento. Il museo ha riaperto i battenti il mese scorso, dopo 15 mesi di ristrutturazione e ospita oggi, oltre alla storica collezione di gessi, l’esposizione temporanea su Marcello, pseudonimo della scultrice e nobildonna friburghese Adèle d’Affry (1836-1879).

Vincenzo Vela (1820-1891) non è ben conosciuto al grande pubblico, ma è facile qualificarlo subito come scultore di prestigio se si ricordano in particolare due sue opere.
Un marmo in grandezza naturale, “Gli ultimi istanti di Napoleone” (1866), è custodito nella Collezione del Castello di Versailles (inventario MV 5046) dopo essere stato presentato all’Expo di Parigi del 1867.
Vale la pena di fare, a questo proposito, una piccola parentesi di storia dentro l’arte: non è un caso, infatti, che un importante scultore ticinese abbia voluto celebrare Napoleone, così come non è un caso che i Francesi abbiano voluto dare importanza a questo marmo. Il Ticino come Stato indipendente è infatti frutto del cosiddetto “Atto di Mediazione”, concesso proprio da Napoleone il 19 febbraio 1803, sulla base del quale nacque la moderna Confederazione Svizzera dalle ceneri dell’Europa post-rivoluzionaria. C’è dunque un preciso nesso di gratitudine tra i Ticinesi, gli Svizzeri ed il Grande Corso.

Un gesso molto importante custodito a Ligornetto è poi quello di un’opera non commissionata, “Le vittime del lavoro” (1882) liberamente ispirato allo scultore dai lavori pionieristici di costruzione della Galleria Ferroviaria del San Gottardo (1872-1882), conclusi al prezzo di molte vite umane. Di fusioni in bronzo di questo altorilievo ne esitono evidentemente almeno due: una si trova nel piazzale della stazione ferroviaria di Airolo, all’estremità sud del Traforo, posata nel 1932 in occasione del cinquantesimo anniversario dalla conclusione dei lavori. Un’altra, sempre in bronzo, che per gli Italiani è la più importante, ma che certo inorgoglisce anche gli Svizzeri, si trova alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Anche qui un po’ di storia aiuta a capire: “Le vittime del lavoro”, non solo per il suo pregio artistico, ha partecipato all’esposizione “1861, pittori del Risorgimento” in occasione dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, alle Scuderie del Quirinale; la ragione di questo è data dal fatto che Vincenzo Vela è considerato anche un patriota italiano, per la sua partecipazione attiva alle Giornate di Como del 1848. Non a caso dunque il Monumento a Garibaldi in Piazza della Vittoria a Como, che ricorda la Battaglia di San Fermo, è ancora un’opera di Vela.

Visitando il Museo Vela bisogna fare attenzione a non farsi ‘ingessare’, perché il carattere monumentale della sala principale in particolare, la quale può certo esaltare l’appassionato di scultura, può invece demotivare l’osservatore comune. E’ necessario quindi entrare con leggerezza e lasciarsi guidare dal bello, che non manca in nessun punto dell’esposizione.
Della permanente segnaliamo sicuramente un dipinto della pinacoteca, nella sala VI: “Villanella che ritorna dal fronte” (1864, olio su tela) di Alessandro Vacca (1836-1911).
Poi ancora due sculture di Vincenzo, “Statua di Leopoldina d’Adda col cane” (1854, gesso dell’originale a Venezia), nella sala XXI, e “Monumento funerario della Contessa d’Adda” (1853, gesso dell’originale alla Cappella d’Adda nel Cimitero di Arcore), nella sala XX.
Al piano superiore, nell’esposizione temporanea su Marcello, vanno sicuramente visti sia il gesso che il marmo (un po’ rovinato, ma splendido comunque) del “Busto della Baronessa di Keffenbrinck – Ascheraden” (1876).

Museo Vincenzo Vela

Largo Vela 5
6853 – Ligornetto (Svizzera)
Tel: 0041 91 640 70 40
www.museo-vela.ch/

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Pubblicato il 22 Maggio 2015
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