Islam e immigrazione, poca voglia di comprendere

L'incontro organizzato dalla parrocchia di Borsano si è tenuto in una sala semivuota e senza i due profughi di via dei Mille, invitati a parlare

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Proprio nel momento in cui le polemiche attorno all’accoglienza dei profughi si sono riaccese, dopo le dichiarazioni del vicesindaco Giampiero Reguzzoni che avrebbe visto alcuni degli ospiti del centro di accoglienza di via dei Mille entrare in una sala scommesse, si è svolto venerdì sera l’incontro organizzato dalla parrocchia di Borsano (con la regia di Emauele Fiore del gruppo socio-politico) su Islam e immigrazione. Il salone Aurora era semivuoto, una cinquantina i presenti e anche i due richiedenti asilo invitati a parlare (uno di fede cristiana e uno musulmano) non si sono presentati all’appuntamento.

Come ha subito sottolineato il moderatore della serata, Matteo Inzaghi direttore di Rete 55 «è stata un’occasione persa dalla città ma anche dai profughi che non si sono presentati». Alla base di questa decisione pare ci siano non meglio precisati problemi di sicurezza che sarebbero la diretta conseguenza delle parole del vicesindaco Reguzzoni.

L’incontro, invece, è stato molto interessante soprattutto per il livello dei relatori presenti a cominciare dal professor Paolo Branca, islamologo dell’università Cattolica di Milano che ha incentrato il suo intervento principalmente sulla mancanza di conoscenza da parte del cittadino medio delle proprie radici giudaico-cristiane che sarebbero alla base della non comprensione del fenomeno islam.

Luca Bettinelli della Caritas ha, invece, chiarito la lunga trafila dell’immigrato che arriva con i barconi sulle coste italiane, un percorso che si conclude con l’accettazione o la negazione della richiesta di permesso di soggiorno per motivi umanitari (l’asilo politico). Il consigliere comunale di Milano Alessandro Giungi ha, invece, raccontato l’esperienza milanese con i profughi siriani che si erano accampati nel mezzanino della Stazione Centrale.

La serata è stata ravvivata dalle domande del pubblico che hanno interloquito con i relatori. Tra loro anche la senatrice bustocca Laura Bignami che più volte è stata in visita in via dei Mille tra i 120 profughi che alloggiano all’ex-Enel: «Ci sono gravi lacune nella gestione dei flussi migratori, la legge è contraddittoria e non viene rispettata già a partire dai tempi per l’esame della domanda di asilo che non dovrebbero superare i tre mesi mentre in realtà ci vuole minimo un anno. Inoltre queste persone non possono neanche lavorare e le cooperative che le gestiscono non sono sempre in grado di fare ciò che è richiesto».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Maggio 2015
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