Le regioni d’Italia unite per la Carta di Milano sul cibo
Sottoscritto ordine del giorno per inserire diritto al cibo negli Statuti delle Regioni. Cattaneo: «Siamo stati tutti d'accordo nel dire che il vero messaggio di questa Expo e' la Carta di Milano»
Avviare iniziative comuni bipartisan in tutte le Regioni italiane sui temi di Expo 2015. Insieme all’impegno di sottoscrivere la Carta di Milano, la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali – che ha visitato i Padiglioni Italia e del Nepal, Cascina Triulza e incontrato Diana Bracco e Giuseppe Sala – ha condiviso un articolato documento con elencata tutta una serie di azioni finalizzate a tradurre nella concretezza i temi di Expo.
«Siamo stati tutti d’accordo nel dire che il vero messaggio di questa Expo e’ la Carta di Milano – ha commentato al termine della visita il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo – e non puo’ essere lasciata cadere nel vuoto. Per questo abbiamo sottoscritto questo ordine del giorno, con cui ci impegniamo anche a inserire il diritto al cibo nello statuto delle singole Regioni”. Il documento propone modifiche statutarie per riconoscere in ciascun territorio il diritto ad un cibo sano e sostenibile; la creazione di comitati regionali sulla sicurezza alimentare; la promozione di programmi su salute e consumo di alimenti nelle scuole; la predisposizione di proposte di legge in tutte le Assemblee legislative dedicate a politiche su alimentazione e diritto al cibo. L’ordine del giorno sottoscritto oggi prende spunto dalla dichiarazione del relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto al cibo, secondo il quale “la democrazia alimentare è un processo bottom up che deve partire a livello locale, delle regioni e dalle città».
Il contributo delle istituzioni regionali, è scritto nel documento della Conferenza, deve tradursi in iniziative di legge a favore di politiche coerenti con lo sviluppo rurale del territorio, a favore della protezione degli animali e della cura del bestiame per valorizzare l’agricoltura sociale finalizzata all’inserimento lavorativo e al recupero dei soggetti svantaggiati, a incentivare politiche agricole di investimento in ricerca e innovazione, con aiuti concessi a pratiche sostenibili da un punto di vista etico e ambientale e che aumentino la capacità di prevenzione delle calamità.
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