Legnarello, i giallorossi hanno fame di vittoria
Da 23 anni il crocione non transita nelle strade del quartiere di oltresempione. L'ultima vittoria palio risale al '91 ma i contradaioli di Legnarello sono tra i più appassionati

Legnarello è la contrada di nord-est della città di Legnano. I colori del gonfalone sono legati ad un fatto storico. Entrambe le spiegazioni sono riconducibili al dominio spagnolo sul Ducato di Milano, durante il quale Legnarello diventò un quartiere gentilizio abitato da nobili iberici. Il rosso ed il giallo sono infatti i colori nazionali spagnoli. Nella sua storia come contrada vanta 9 vittorie, dal 1936 al 1991, negli ultimi anni però si è ritrovata con 23 sconfitte alle spalle.
Il motto è “Soli nel Sole”.
Abbiamo intervistato il Gran Priore Alessandro Mengoli e la Castellana Michela Sala.
Cosa accomuna e cosa diversifica tutte le contrade a vostro parere?
“Sicuramente ciò che accomuna tutte le contrade è la corsa: ogni contrada lavora tutto l’anno per prepararsi all’evento di domenica ma ciò che differenzia ogni contrada è la sfilata. Legnarello porta in sfilata i temi della forza e del lavoro con abiti e disposizione dei personaggi secondo un regime storico”.
Come riuscite a gestire le spese del maniero con tutti i contradaioli che avete?
“Legnarello non è tanto una contrada ma è un popolo, siamo uno dei quartieri più vasti, se non il più vasto di tutta legnano e per questo abbiamo un grandissimo numero di contradaioli. Anche se la contrada non vince da 23 anni i nostri contradaioli non hanno mai smesso di crede e di sperare in una rivalsa e non hanno mai abbandonato quella che è la nostra e la loro casa e per noi reggenti questo significa molto. Il maniero vive grazie all’autofinanziamento di chi vive questa realtà un po’ particolare. Abbiamo la fortuna di essere numerosi e questo ci dà l’opportunità di creare più eventi e più iniziative”.
Cosa volete trasmettere ai vostri contradaioli?
“La passione e la gioia di vivere in contrada. È difficile far capire agli altri qualcosa di così personale perché questo tipo di emozioni devono nascere da sé all’interno di un percorso personale avendo la voglia di scoprire com’è fatto questo “mondo”. – racconta la castellana – Io per prima cerco di far capire che essere reggente è un vero e proprio lavoro che richiede tanto impegno tutto gratuito che però viene successivamente ricompensato da tutto l’amore che i contradaioli ti regalano ogni singolo giorno dell’anno, non smettendo mai di credere in te. Quando sei qua ti senti in un certo senso protetto, sai che se cadi c’è sempre qualcuno che può darti una mano”.
Che progetti avete per il futuro di legnarello?
“Legnarello è unica. La contrada, quindi ogni singola persona, chi lavora tutto l’anno lavora proprio per renderla unica e inimitabile. Chi è arrivato a legnarello non se n’è più andato via e questo ci fa capire che forse qualcosa di buono l’abbiamo fatto e lo stiamo facendo. Legnarello ogni anno si impegna ad accogliere sempre più persone ed è proprio questo il nostro punto di forza. Siamo un popolo basato su forza e lavoro. Noi possiamo migliorare in tante cose, non vinciamo da 23 anni ma l’entusiasmo e la forza che legnarello ci mette anno dopo anno sono imbattibili e questo è quello che vogliamo continuare a fare”.
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