Omicidio, la pista del dumping
La zia e la sorella dell'uomo assassinato hanno dichiarato in aula che l'imputato era astioso con Colombo, perchè questi si faceva pagare solo 5 euro per tagliare l'erba in paese
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Roberto tagliava l’erba e si faceva pagare 5 euro. L’amico no. Emiliano voleva di più: chiedeva 10 euro alla signora, aveva bisogno di soldi e la buona volontà di Roberto lo faceva arrabbiare, lo metteva in difficoltà. Non si capacitava, insomma, ed era furibondo per quell’operazione di dumping, di abbassamento dei prezzi. Chissà, forse è da questo contrasto che è nato tutto, o forse no. Sarà il processo a stabilirlo ma intanto, la corte d’assise di Varese, ha ascoltato oggi la sorella e la zia di Roberto Colombo, l’uomo ucciso e sepolto nel bosco, a Casalzuigno.
L’imputato, Emiliano Cerutti, era in aula, seduto accanto agli avvocati difensori, Paolo Bossi e Marco Lacchin. Simona Colombo ha raccontato che il fratello aveva dei contrasti con l’amico, suo dirimpettaio a Cariola, la piccola frazione nel bosco dove abitavano, per questioni di “giardinaggio”. La zia, Virginia Malcoati, ha poi confermato e spiegato che il nipote, ex tossico e con qualche precedente, aveva anche bisogno di compagnia e affetto. Ed è per questo che andava spesso in giro con Cerutti, un vicino di casa, un outsider, con problemi simili. Cerutti, a volte, lo accompagnava in auto, ma nell’ultimo anno era diventato più aggressivo.
«Io c’ho il mitra, io qualche giorno gli dò un colpo in testa al Roberto» disse un giorno alla zia dell’imputato. Era così, Cerutti, arrabbiato con l’amico, e la zia lo ha ribadito: ha riferito che il nipote ne aveva un po’ paura, e che una sera non l’accompagnò in giardino a prendere l’auto, perchè dalla casa di fronte aveva paura che Cerutti uscisse e lo prendesse a male parole. Era come intimorito, secondo la zia, che voleva bene al nipote e che ha offerto alla corte una versione dei fatti in cui Roberto appare come l’uomo a cui tutta Cariola voleva bene, molto amato dai vicini e dalla proprietaria di casa. L’uomo a cui venivano rivolte gentilezze e a cui veniva offerto in dono dai vicini anche la torta di cipolle e l’arrostino di maiale: una benevolenza che a parere della testimone suscitava l’invidia di Emiliano Cerutti, a sua volta però molto legato alla vittima, con cui condivideva, pare, anche qualche vizio, come la marijuana (secondo gli inquirenti una parte del movente starebbe proprio in una presunta sparizione di erba).
Non sarebbe un caso, secondo quanto spiegato in aula dal maresciallo Cariola (sic!) dei carabinieri – che ha condotto le indagini – aveva tre piantagioni di cannabis nel bosco, e precisamente in un vallone chiamato Val d’Aga. Il corpo di Colombo è stato scoperto a 150 metri dalla marijuana, sotto una pianta sradicata. Nel sentiero fu trovato un braccialetto di Roberto, e in un altro vallone il corpo del cane.
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