Varese, game over: la retrocessione è realtà
I biancorossi lasciano la Serie B dopo il ko interno con il Latina (1-2): non basta il gol di Culina, l'arbitro nega due rigori. Scintille tra ultras e resto del pubblico, la squadra chiude in nove

Ciao ciao, Serie B. I cinque anni nella seconda serie nazionale terminano quest’oggi, sabato 2 maggio: il Varese dovrà disputare altre tre partite in cadetteria ma saranno ufficialmente vuote di significato per la squadra di Bettinelli. A condannare i biancorossi alla Lega Pro è il Latina, che nega la gioia di un successo a Masnago e vince in rimonta 1-2 dopo la rete di apertura messa a segno da Culina con una gran punizione dal limite. Non è bastata, perché i laziali hanno impattato con un gran gol di Ammani e sorpassato a inizio ripresa con Bruscagin. A pesare sul risultato odierno però, ci si è messo ancora una volta un direttore di gara e questa è ormai una costante delle ultime settimane: due i rigori negati al Varese, uno per tempo (Borghese in mischia, forte lanciato in velocità), cui si aggiunge un dubbio sulla rete dell’1-2 (lo stesso centrale ha subito un blocco “tipo basket” a liberare l’autore del gol) e un’altra serie di decisioni contestate.
Tra l’altro i biancorossi hanno chiuso in nove uomini, con Borghese che si è fatto cacciare stupidamente per proteste e con Neto, una volta di più simbolo della squadra, azzoppato definitivamente quando non c’erano più cambi a disposizione.
Varese-Latina va in archivio anche con un battibecco epocale tra le diverse anime del tifo di casa. Gli ultras entrano a 1-2 acquisito e contestano squadra, dirigenti presenti e passati, la tribuna replica fischiando la curva e rispondendo agli insulti a gran voce. Un’altra spaccatura a sancire la peggior stagione degli ultimi dieci anni, una delle più deludenti di sempre, terminata come purtroppo ci stavamo aspettando da tempo. Un’annata di macerie dalle quali non sarà neppure facile ripartire: la Lega Pro potrebbe restare sulla carta, in caso di fallimento del club. A nostro avviso sarebbe un errore, perché non è garantito che ricominciando dall’Eccellenza o dalla Serie D sia poi così facile risalire presto. Staremo a vedere quel che accadrà a livello societario, serbando nel cuore le emozioni di quelle partite – Cremonese, Torino, Padova, Verona, Samp, Novara le prime che ci tornano in mente – in cui il Varese ha fatto sentire tutti noi al centro del grande mondo del calcio. Oggi è giorno triste, ma non per questo dobbiamo dimenticare come si fa a gioire.
COLPO D’OCCHIO – Mai così pochi a Masnago negli ultimi anni: lo stadio è quasi deserto, con meno di duemila persone sugli spalti per assistere al quart’ultimo match di questo lungo e sbilenco campionato di Serie B. Tutti i settori presentano solo qualche gruppetto di tifosi; in Nord prosegue l’assenza di ultras (arriveranno per contestare a secondo tempo iniziato) e striscioni mentre nel settore ospite prende posto una quarantina di supporters.
CALCIO D’INIZIO – Nell’undici di partenza, data per scontata la conferma di Birighitti tra i pali (Perucchini è in tribuna), la sorpresa è l’assenza di Fiamozzi: i due terzini sono infatti Luoni a destra e De Vito a sinistra. Le fasce sono invece appannaggio di Culina e Cristiano mentre il duo avanzato è formato da Neto e Forte.
Il latina di Mark Iuliano lamenta a propria volta alcune assenze pesanti; l’ex Juve schiera i suoi con il 4-3-3 che può anche contare sulle incursioni da destra dell’ex biancorosso Oduamadi. Va invece in panchina Peppe Figliomeni, altro giocatore in passato protagonista a Masnago.
IL PRIMO TEMPO – Le prime folate danno una indicazione sbagliata: il Latina inizia ruggendo ma il suo impatto aggressivo dura una manciata di minuti, perché il Varese allontana subito gli ospiti dal proprio limite dell’area e sposta la battaglia a metà campo. Di vere occasioni non se ne vedono fino a che Neto guadagna una punizione al limite (25′): sarà l’unico fischio leggermente casalingo del pomeriggio. Sulla palla vanno in tre: il brasiliano la tocca, Barberis finta il tiro e scavalca la sfera, Culina scarica con tutta la forza in direzione della porta. Palo interno alla destra di Di Gennaro e rete che si gonfia per l‘1-0.
Un vantaggio che potrebbe raddoppiare poco dopo: corner dalla destra, Borghese davanti alla mandria di giocatori che non arriva alla deviazione per una trattenuta evidente di Brosco. Ripa chiude gli occhi e trattiene il fiato, il rigore non arriva e così poco dopo il Latina pareggia. Ammari trova il corridoio giusto per accentrarsi e, dai 25 metri, provare con successo un destro a rientrare (ricordate El Shaarawy nella stessa porta, con il Padova?) su cui Birighitti non può arrivare.
LA RIPRESA – Bettinelli dopo 3′ effettua la staffetta tra Cristiano e Falcone, Iuliano risponde inserendo Litteri. Al 7′ il gol partita: dopo un angolo Bidaoui evita Blasi e crossa verso il secondo palo dove ci sono due compagni: il primo impedisce a Borghese di intervenire, il secondo (Bruscagin) può scaricare in porta da pochi metri.
Borghese perde la testa tre minuti dopo: su fallo a favore del Varese chiede l’ammonizione di un avversario, protesta fino a prendersi il giallo prima e il rosso poi lasciando in dieci i compagni. Nel frattempo in Curva Nord sono arrivati gli ultras che contestano tutto e tutti, trovando un’inattesa reazione del resto del pubblico, che fischia i fischiatori.
Per i biancorossi con l’uomo in meno comunque pare il capolinea anche perché Ripa concede una punizione a due in area piccola per retropassaggio tra De Vito e Birighitti: Ristovski calcia a occhi chiusi e non perfora il muro lombardo.
L’ultimo vero assalto per cercare il pari è del 36′: Forte svicola in area ospite, supera in velocità un avversario e viene atterrato. Anche stavolta tutti aspettano il rigore, ma Ripa dice no: negando pure il fallo al limite o, magari, la simulazione. Anche Neto è sconfortato e quando mancano 5′ si fa male: chiuderà in panchina con i compagni rimasti in 9 ad attendere il verdetto. Varese in Lega Pro, cinque anni dopo la gioia pazzesca dei ragazzi di Sannino. Si chiude un’era.
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Una gestione scellerata di una società in qualsiasi campo , industriale artigianale o sportiva come in questo caso, non può che portare a un fallimento dichiarato.
1 -Un allenatore chiaramente inadeguato, proprio nel senso puro della parola , perché il Varese è stata la squadra atleticamente messa peggio in tutta la serie B quest’anno, gli altri correvano , noi no. Se poi ci mettiamo la pochezza tecnica con formazioni sbagliate cambi inadeguati, la disparità atletica è emersa ancora più lampante
2- Un presidente sbagliato. E’ arrivato che sembrava pieno di entusiasmo , ma si è beccato addosso il macigno della gestione finanziaria di Rosati e Montemurro. Poi consigliato malamente su allenatori e tutto il circondario tecnico e sportivo , e finito con lo scappar via dalla vergogna.
3 – I tifosi della curva che solo a cose fatte hanno capito che le cose andavano male. Le proteste andavano fatte dalle prime giornate , fuori Bettinelli nelle prime 10 giornate , magari sul campo non saremmo retrocessi.
4 – Giocatori inadatti .
Sono 3 anni che nei miei commenti dico le stesse cose , che la difesa con Rea , ricordo per l’ennesima volta, scambiato alla pari con Figliomeni , è la cosa che nuoce di più al Varese.
Ora con Rea fuori la difesa gioca meglio , ma ormai la frittata è fatta.
Complimenti a quelli che davano la colpa a Troest nella difesa di Castori.
Del senno del poi sono piene le fosse , ma penso che i miei commenti siano rimasti , prego rileggerli. Altra perla di Bettinelli
5- Società ?!
Una società che manda a ritirare le maglie al sabato , (pagandole !) dal corriere espresso , altrimenti gioca in canottiera , la dice tutta.
Il cambio con Dionigi non è una cosa da sprovveduti , peggio !
I vari presidenti , le litigate fra 2-3 pseudo manager , dimissioni date poi revocate , allontamenti poi riassunzioni , fanno capire il micro-cosmo che è regnato sulla società Varese Calcio…… perciò…
6 – Benvenuto fallimento
Ultima cosa sono 40 anni e passa di abbonamenti e presenze a Masnago, ho aspettato 24 anni per rivedere il Varese in B , se ne passano altrettanti per la prossima promozione avrò 78 anni, e spero di esserci ancora …magari faranno anche lo stadio nuovo.
Perciò nell’inevitabile fallimento, spero che nessuno di questa disastrosa società rimanga, perché in una società gestita da schifo da poche persone, tutte quelle partecipi sono conniventi e perciò non adatte a Varese.
Forza e vita nuova al Varese