Buchi indagato per la gestione della Croce Rossa
Le accuse di truffa, abuso d'ufficio e falsità in atto pubblico per 11 persone. Conflitto di interessi per il presidente e trasporti privati mai pagati per 15mila euro
E’ Pierfrancesco Buchi, ex consigliere comunale ed assessore, 34 anni, il presidente della Croce Rossa di Luino indagato dalla guardia di finanza per truffa e abuso d’ufficio, nell’ambito di una inchiesta condotta dalla procura di Varese, nata da una serie di esposti all’interno dello stesso comitato locale.
Le accuse
Sono tre in particolare gli ambiti di indagine. Acquisti non regolari effettuati presso due società di parenti del presidente; una serie di trasporti privati nei confronti di parenti di volontari che invece di essere addebitati ai privati sono stati addebitati in sostanza alle finanze pubbliche; e infine alcuni dipendenti, uno in particolare, che invece di andare a lavorare, timbrava, ma si faceva i fatti i suoi. Sono 11 gli indagati. I reati a vario titolo e complessivamente sono abuso d’ufficio, falsità in atto pubblico, truffa ai danni dello stato. L’indagine è stata appena chiusa.
In una riunione del comitato soci, ieri sera, Buchi ha annunciato al comitato locale della Croce Rossa di essere indagato ma ha anche affermato che non si sarebbe dimesso. La Cri ha delegato a rispondere il presidente regionale Maurizio Gussoni. Le accuse si inseriscono nell’ambito di una gestione del 2013 che alcuni aderenti all’interno della stessa Cri hanno deciso di contestare rivolgendosi alla Guardia di finanza con esposti e segnalazioni.
Per capire meglio però quali siano le contestazioni bisogna però premettere che, fino al 2014, la Croce Rossa era equiparata a un ente di natura pubblica (oggi i comitati locali sono privati anche se i vertici nazionali hanno ancora poteri di pubblico servizio). Nel 2013, anno a cui si riferiscono le indagini, i comitati locali per gli acquisti dovevano ricorrere alla Consip, un sistema di acquisti centralizzato della pubblica amministrazione. Secondo le accuse della Finanza il presidente avrebbe compiuto un abuso d’ufficio perchè in sostanza avrebbe fatto comprare materiale vario di cancelleria e altro, a due società di proprietà dei familiari, e comunque non si sarebbe mai astenuto su decisioni che riguardavano società di congiunti. In una di queste il presidente del comitato locale è anche impiegato come “procuratore speciale”.
Sarebbe poi una truffa verso lo stato da 15mila euro, l’aver usato ambulanze per trasporti a parenti di volontari senza far loro pagare nulla. La Cri infatti effettua il trasporto sanitario di urgenza pagato dal servizio sanitario nazionale, ma effettua anche trasporto sanitario per privati cittadini o associazioni, che va pagato a parte. Non farlo pagare ricade sulle finanze della stessa Cri e dunque, fino al 2014, sulla pubblica amministrazione. I rapporti di servizio dei trasporti ambulanze sarebbero inoltre stati contraffatti. La guardia di finanza ha rilevato che le false attestazioni venivano avallate da alcuni del personale amministrativo nell’inserimento dati o addirittura successivamente falsificati.
Non riguarda invece il presidente l’accusa nei confronti di un dipendete di non aver voglia di lavorare: timbrava ma in realtà spesso non era in servizio. Un guaio che accade ovunque, ma che è rientrato nel calderone dell’inchiesta.
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Complimenti alla GdF. … Ma questa notizia non mi stupisce per nulla! Le situazioni riportate nell’articolo sono male comune di buona parte delle sedi di croce rossa della provincia di Varese e della regione Lombardia! Anni fa erano già’ state denunciate situazioni anomale e non si era fatto nulla! Invito la GdF e tutti gli enti di controllo ad allargare il tiro sulle altre sedi e gli altri presidenti… non ne rimarranno delusi! E se avessero necessita’ sono ancora in possesso di faldoni carichi di denunce e documenti a riguardo!