Donne che Resistono alla Crisi: a Varese l’occupazione rosa è in aumento
Secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio, Varese mantiene un livello di occupazione delle donne superiore alla media lombarda

Nonostante la crisi, a Varese l’occupazione femminile è passata dal 55,6% del 2008 al 59,3% del 2014, registrando il secondo incremento più consistente a livello regionale (+3,7 punti percentuali), sorpassata solo da Pavia (+5,1 punti percentuali). Questi dati, elaborati dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio, evidenziano come Varese mantenga un livello di occupazione delle donne superiore alla media lombarda (57,5%), collocandosi in una buona posizione anche nel contesto nazionale: al 14° posto su 110 province italiane.
«Queste cifre dell’occupazione al femminile sono sicuramente il frutto di un elemento positivo quale la storica partecipazione delle donne varesine al mercato del lavoro, legata alla tradizione tessile del territorio – commentano dall’ufficio studi – C’è poi l’incremento del tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro dovuto all’innalzamento dei livelli di scolarizzazione e lo sviluppo dei servizi dove, tipicamente, le donne risultano maggiormente occupate. D’altro lato, però, i dati riflettono anche la maggiore necessità per le donne di lavorare e integrare il reddito famigliare intaccato dalla crisi».
Entrando nel dettaglio, si scopre che l’occupazione femminile si concentra in pochi settori, dove le percentuali superano il 70% del totale addetti della provincia di Varese: servizi di assistenza sociale e sanitaria, istruzione e altri servizi per la persona, agenzie di viaggio e tour operator, attività legali e di contabilità e, all’interno del manifatturiero, nel comparto della confezione di articoli di abbigliamento.
L’occupazione in rosa continua, però, anche a risentire del cosiddetto fenomeno della “discriminazione verticale”, ovvero ci sono ancora poche donne nelle posizioni apicali: la quota delle dirigenti si ferma al 18%. Inoltre, se prosegue la tendenza ad una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, ci sono anche molti casi di rinuncia all’arrivo dei figli: nell’ultimo anno, sono state 419 le lavoratrici che si sono dimesse entro il terzo anno di vita del bambino.
Quanto poi all’imprenditoria in rosa, pur continuando a rappresentare una quota significativa del tessuto economico locale – a Varese un’azienda su cinque è a guida femminile – non ha certo evitato i contraccolpi della crisi. In un contesto di riduzione complessiva del numero delle imprese, quelle con a capo una donna sono scese da 15mila a 12mila.
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