L’Asl ribadisce: ” Aspettiamo garanzie sulla camera iperbarica”

L'azienda sanitaria varesina ribadisce la correttezza dell'operato dei suoi tecnici insieme ai Carabinieri del Nas e invita il centro a fornire adeguata documentazione

centro medicina iperbarica laveno mombello

La questione della camera iperbarica di Laveno  non si sblocca. Nonostante le ventilate minacce di chiusura e dichiarazione di fallimento a parte della direzione amministrativa, l’azienda sanitaria, in un comunicato ribadisce la delicatezza della situazoone su cui pendono un procedimento amministrativo e uno penale: « La Direzione dell’ASL della Provincia di Varese sulla vicenda legata al “Centro Medicina Iperbarica del Verbano” per fare massima chiarezza ed evidenziare gli aspetti più salienti susseguitisi, conferma che sono state fornite indicazioni precise e puntuali per adempiere alle prescrizioni richieste, in differenti momenti, compresi 2 incontri con la Direzione Aziendale, cui peraltro non ha fatto seguito il loro assolvimento entro il termine dei 60 giorni così come previsto.

È stata quindi concessa una proroga di ulteriori 30 giorni della sospensione dell’autorizzazione/accreditamento, onde consentire la predisposizione di tutta la documentazione idonea per fornire quegli elementi di valutazione indispensabili per effettuare le necessarie verifiche sul campo, da parte dei competenti servizi dell’ASL.

            Giova ricordare che in occasione dei sopralluoghi effettuati anche in collaborazione con il N.A.S. Carabinieri di Milano, erano emerse carenze nei requisiti e nei controlli interni previsti dalla normativa nazionale e regionale di accreditamento e di igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro, tali da comportare rischi per la sicurezza dei pazienti e dei lavoratori. Tutto ciò è anche oggetto di valutazione da parte della Magistratura e quindi, nei dettagli, coperto dal segreto istruttorio, includendo aspetti sia di tipo impiantistico sia relativi alla presenza del necessario personale.

            Va chiarito che ASL mai ha modificato nel tempo le proprie richieste ed è palese che non si tratta di “semplici richieste burocratiche”; infatti, si ribadisce che dalle rilevazioni sono scaturiti sia un procedimento di tipo tecnico-amministrativo, sia un procedimento penale.

            Si fa rilevare che il procedimento tecnico-amministrativo è un atto dovuto teso a garantire il proseguimento dei trattamenti e l’erogazione delle prestazioni in condizioni di appropriatezza e sicurezza sia per i pazienti che per il personale del Centro. Si tratta di requisiti fondamentali nell’uso di apparecchiature che, come alcuni gravosi episodi del recente passato hanno testimoniato, richiedono particolare cautela, manutenzione e presenza del personale necessario.         

            Appena il Centro darà adeguata e oggettiva evidenza di quanto richiesto ai competenti Servizi di ASL Varese, sarà possibile validare, in accordo a quanto previsto dall’attuale normativa, la ripresa delle consuete attività, fatte salve differenti disposizioni della Magistratura».

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Pubblicato il 19 Giugno 2015
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  1. Avatar
    Scritto da Rossella

    Procedimento penale in corso… Ma la direzione aziendale, in un precedente comunicato, non l’aveva smentito?
    Se, come sembra, non si tratta solo di una questione “tecnica” ma è coinvolta anche la magistratura, temo che la riapertura del centro slitterà ancora.

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