Moretti si sbilancia: “Varese punti ai playoff”

L’uno, da queste parti, c’è stato solo per giocare da avversario e solo oggi, in piazza Montegrappa, ha conosciuto l’universo Varese. L’altro invece frequenta la città dagli anni Sessanta, ha allenato qui con Gamba e Rusconi, viene a farsi compilare il 740 o a visitare le mostre di Villa Panza.
L’uno, pur con qualche anno di panchina alle spalle, è considerato un emergente alla ricerca della consacrazione dopo la crescita progressiva – durata 6 anni – all’interno di una sola società. L’altro ha 70 anni, ha alle spalle innumerevoli esperienze con le squadre e con i ruoli più diversi.
L’uno viene dalla Toscana, ha la parlata di quelle zone e laggiù ha vissuto quasi tutte le tappe importanti della carriera. L’altro è lombardo di nascita, cadenza e impieghi.

Profili differenti quelli di Paolo Moretti e Bruno Arrigoni, ma idee comuni su come provare a riportare in alto la Pallacanestro Varese, bramosa di ritrovare la prima metà della classifica dopo due annate deludenti e vogliosa di cominciare un percorso del tutto nuovo, senza ponti con il recente passato (cosa che, tra l’altro, ha portato a non riconfermare Attilio Caja).

Moretti (l’allenatore) e Arrigoni (il direttore sportivo) si sono presentati questa sera – mercoledì 24 – al PalaWhirlpool, davanti a circa 150 tifosi che hanno risposto all’invito del club per una inconsueta conferenza stampa aperta a tutti, e hanno mostrato un certo affiatamento, favorito da una conoscenza reciproca che dura da trent’anni. Un’accoppiata che soddisfa il presidente Stefano Coppa, il quale ha parlato a nome dei due consigli biancorossi (quello del club e quello del Consorzio), e che è stata composta dopo 40 giorni di lavoro nel corso dei quali a Varese sono stati accostati diversi nomi in entrambe i ruoli.

Moretti, che ha un contratto biennale con opzione per il terzo anno, a livello di obiettivi non è andato per il sottile: «Il mio è quello di riportare Varese ai playoff, e su questo non voglio e non posso nascondermi. Un risultato cui vorrei arrivare dando alla squadra un certo timbro, un modo di stare in campo che sia riconoscibile. All’inizio non sarà facile perché dovremo trovare chimica e gerarchie di un gruppo nuovo, ma con la collaborazione di tutti proveremo a riuscirci presto. E sono comunque convinto che il buon lavoro vada al di là del risultato».
Inevitabile fare le prime ipotesi sulla costruzione della squadra che tendenzialmente si vorrebbe costruita con il cosiddetto “5+5”, e cioé con cinque stranieri liberi e con il resto della rosa italiana. «Un’ipotesi a cui lavorare ma non un dogma» ha ammonito Coppa, ma è evidente che quella sia la prima opzione. «Avere troppi stranieri diventa complicato – gli ha fatto eco Arrigoni – Dovremo essere bravi a costruire un gruppo di persone che abbiano la mentalità vincente sia dentro sia fuori dal campo e che possano formare un nucleo riconoscibile, anno dopo anno».
Quello della costruzione di una identità è un discorso caro anche a Moretti, che però – ma era prevedibile – evita di fare nomi di giocatori da puntare sul mercato e si limita a citare due obiettivi impossibili come Maynor e Wanamaker. «Ora cominceremo con il parlare di chi ha un contratto e di chi era qui l’anno scorso, poi valuteremo quei giocatori che io e Bruno già conosciamo e proseguiremo la pesca sul mercato».

E per avere una pesca fruttuosa, Varese dovrà spendere in modo oculato il proprio budget su cui, ancora una volta, la società mostra una relativa tranquillità. «Alcuni sponsor hanno già rinnovato, altri lo faranno nei giorni a venire. Aspettiamo a dare ufficialità ma posso dire che i nostri partner principali della scorsa stagione saranno ancora con la Pallacanestro Varese». Una Openjobmetis che in via indicativa dovrebbe radunarsi tra il 15 e il 20 agosto prossimi (già al vaglio la partecipazione ad alcuni tornei) agli ordini di Moretti e del suo staff che al momento è composto dal solo preparatore Marco Armenise, unica conferma rispetto al passato, in attesa della scelta degli assistenti.