Nigro: “Saronno è città metropolitana nei fatti”
La risposta dell'ex assessore Giuseppe Nigro al sindaco Fagioli sulla adesione alla città metropolitana, di cui l'ex amministratore era stato tra i promotori

La risposta dell’ex assessore Giuseppe Nigro al sindaco Fagioli sulla adesione alla città metropolitana, di cui l’ex amministratore era stato tra i promotori:
Leggo fra le prime dichiarazioni del neoletto sindaco Fagioli che “il futuro di Saronno è targato Varese” e che rigetta l’ipotesi che aveva avanzato l’amministrazione Porro di entrare nella Città metropolitana di Milano. Lo ritengo il primo atto di chiusura della nuova amministrazione.
Saronno è città metropolitana nei fatti, come ho più volte sostenuto e documentato. Non è rimanendo abbarbicati a enti in via di estinzione, vista la piega che stanno prendendo le “nuove” province che risolviamo i problemi del nostro territorio. La legge Delrio sbandierata dal governo Renzi come la soluzione di tutti i problemi, per il momento si è distinta per il taglio di risorse a enti di area vasta (province) e pure alle costituite città metropolitane. Rivolgersi “agli enti superiori”, come pensa Fagioli, per risolvere i problemi locali, è speranza che troverà difficilmente conferma.
La decisione se aderire a Città metropolitana sarebbe stata, comunque, dopo la conclusione dell’iter amministrativo, una scelta demandata ai cittadini e tale dovrebbe rimanere anche con la nuova compagine amministrativa. Pertanto la questione non riguarda soltanto il sindaco neoletto, ma va sottoposta alla consultazione referendaria dei cittadini.
Sappia il neosindaco che i fondi strutturali e d’investimento europei (ESI) passeranno dalle Città metropolitane. Si attrezzi il sindaco per agganciare qualche flusso finanziario per lo sviluppo della città. Nonostante i limiti delle politiche dell’Unione, meglio guardare all’Europa, le Prealpi varesine non bastano per la crescita di Saronno. I fondi ricordati sono destinati al miglioramento dell’ambiente urbano, incluso il recupero delle aree industriali dismesse.
Stante il clima politico che guarda all’indietro, il centrosinistra farà meglio a ritrovare in fretta la strada. Il “passo” adombrato in campagna elettorale si è dimostrato poco gradito agli elettori. Ora non c’è che riprendere umilmente una rotta meno improvvisata.
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