Via Francigena, la prima tappa
Il sentiero è bellissimo, quasi tutto dentro i boschi di faggi e conifere: ecco il racconto dei primi chilometri
Gravagna, Cavezzana, Groppoli, Groppodalosio, Previdè, Casilina, Toplecca di sopra, Arzengio. Sanno di antico i bei borghi che si attraversano partendo dal Passo della Cisa fino a Pontremoli. Muretti a secco e stradine curate tutte in pietra. Malgrado ormai si siano spopolate c’è una grande cura da queste parti.
Partenza prestissimo, alle 6.30, con un nebbione che mi ha accompagnato per oltre un’ora lasciando poi al sole il protagonismo della giornata meteorologica. Il sentiero è bellissimo, quasi tutto dentro i boschi di faggi e conifere. Ogni apertura metteva in mostra la bellezza dell’Appennino.
Salita fino alla quota massima di 1.100mt per poi una ripida discesa a 400 per poi risalire al passo della Crocetta a 700 fino alla lunga discesa a Pontremoli che è a 200 mt.
Io per non farmi mancare niente ho anche sbagliato un bivio e così mi sono dovuto fare altri 300 mt a scendere e altrettanti a risalire con 6 km che si aggiungono ai 22 canonici della tappa.
È stato impegnativo oggi. Bello ma molto “tosta” perché lo zaino di dieci kg fa la sua parte soprattutto nelle discese ripide.
Ho percorso un terzo del cammino con Simone, l’unico italiano oltre me, che era all’ostello della Cisa. Anche stasera siamo solo noi, con tre tedeschi, due olandesi, uno scozzese è un australiano, il più anziano della compagnia e che è partito a metà aprile da Canterbury.
A Pontremoli oggi e domani ci sono tante iniziative organizzate dalla Pro Loco con un filone legato alle leggende popolari come le streghe, il lupo mannaro e altro. Il paese ha 7.500 abitanti e rimane dentro un’ansa formata dal fiume Magra. Insomma una piccola Manatthan. E scatta subito l’orgoglio toscano appena chiedi due informazioni. “Se la politica fosse più attiva noi faremmo tanti progressi con il turismo. Non abbiamo niente da invidiare a San Gimignano”. È bastato fermarsi a bere un succo e fare una domanda perché il barista diventasse un fiume in piena.
Arrivato al convento la calda accoglienza di sempre. Timbro classico alle credenziali e due battute anche con loro. Gabriella e Tullio sono volontari del comitato missionario padre Daniele e tengono aperto il convento per i pellegrini, dopo che un anno fa gli ultimi tre frati se n’erano andati.
“Non potevamo chiudere l’ospitalità. Arrivano tante persone e noi con l’offerta minima di dieci euro riusciamo a tenere in ordine i conti e ogni tanto compriamo anche qualcosa. Certo è un bell’impegno però è importante”.
Stasera ci ritroviamo con Simone e gli altri dell’ostello. Purtroppo non eravamo organizzati per cucinare qui e diventa troppo complicato farlo a sera tardi. È un’occasione per fare un giro in centro e vedere se il barista ha davvero ragione.
Certo, almeno sul piano culturale ha già vinto. È nato qui il Premio Bancarella, uno degli appuntamenti letterari più importanti in Italia. Per diversi giorni Pontremoli diventa il centro della cultura italiana.
L’aria è proprio di confine con la Liguria che bussa alle porte e l’Emilia non molto lontana.
La mia dotazione tecnologica è di due Iphone è un carica batterie aggiuntive. Uso due app: quella di SlowWay che sono la realtà che collabora ufficialmente con Vie Francigene europee; easy trail che tiene mappato tutto con tempi, percorso, altimetrie e altro. Poi uso le note per scrivere e Snapseed per lavorare alcune foto, soprattutto quelle che posto su Instagram.
Per oggi è tutto. Le foto le trovate poi anche sul mio profilo Facebook.
Domani tappa lunga, 33,4 km per arrivare ad Aulla. Un migliaio di metri totali di dislivello e ci sarà da faticare non poco. Partenza prestissimo e poi vediamo. Di certo stato molto più attento alle indicazioni.
Buon tutto.
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