Barbagallo: “A settembre mandiamo in pensione la legge Fornero”

Il segretario nazionale della Uil è intervenuto al convegno sulla riforma delle pensioni. «È la più grande operazione di cassa mai fatta prima sul sistema previdenziale: vale 80 miliardi»

Carmelo Barbagallo

Alla fine del convegno sulla modifica della Legge Fornero, la fila dei lavoratori che vogliono dire una parola a Carmelo Barbagallo, segretario nazionale della Uil, sembra non finire mai. Lo raggiungono dai due lati del palco e lui non si sottrae: selfie, strette di mano e tanta attenzione alle loro richieste. Tutto normale per uno che quando iniziò a muovere i primi passi da sindacalista a Termini Imerese era soprannominato «U parrino», cioè «il parroco», perché ascoltava e “confessava” tutti, nessuno escluso.

Barbagallo a Varese ha parlato da leader mirando al cuore dei presenti senza cedere alla facile retorica, ma attingendo a una sana ironia tutta siciliana che ha fatto sorridere persino il segretario provinciale della Lega Nord, Matteo Bianchi, seduto in prima fila. «Moltissimi parlano di lavoro – ha detto il segretario nazionale – ma pochissimi sanno di cosa parlano. Sono 60 anni che lavoro e ho sperimentato tutto sulla mia pelle anche il lavoro minorile e il lavoro nero».

Il numero uno della Uil sa di cosa parla perché ha debuttato nel mondo del lavoro a 8 anni come garzone nella bottega di un barbiere, poi in un pastificio, in una società che commerciava pesce e infine alla Fiat. Non ha studiato economia ma tratta con confidenza le analisi e i numeri presentati nella puntuale relazione di Domenico Proietti, segretario confederale Uil, che definisce la Monti-Fornero, la più grande operazione di cassa fatta sul sistema previdenziale italiano, con un “bottino” di circa 80 miliardi di euro. «Una riforma lacrime e sangue – ha commentato Barbagallo – nel senso che la Fornero, ci ha messo le lacrime, i lavoratori, il sangue. Abbiamo fatto i compiti così bene che ci siamo portati avanti: in Grecia si va in pensione a 67 anni in Italia a 67 anni e tre mesi».

Al tavolo dei relatori ci sono anche i politici del Pd, Forza Italia e Lega Nord. Il segretario provinciale della Uil, Antonio Massafra, ha voluto fare le cose per bene, par condicio e dibattito aperto senza alcuna subalternità e domande pilotate. D’altronde è lo stesso Barbagallo a ribadire che «il sindacato è la sinistra sociale, al di là di come votiamo. L’importante è non innamorarsi del carnefice» come invece è avvenuto con il Governo Monti.

Alessandro Alfieri, segretario regionale del Pd, pur non essendo l’oggetto della “sindrome di Stoccolma” fa autocritica e ammette che: «Nella Fornero, non tutto ha funzionato». All’orizzonte però si intravedono soluzioni che potrebbero rappresentare il superamento della riforma, come il progetto Baretta-Damiano, e la ripresa dei tavoli di confronto tra ministero del Lavoro e parti sociali.

Determinante per Danilo Margaritella, segretario regionale della Uilm, sarà il capitolo relativo alla previdenza complementare perché lì si gioca un pezzo di futuro dei giovani. «Dobbiamo interrogarci perché tanti ragazzi non hanno percepito l’importanza di questa scelta – ha sottolineato il segretario regionale -. È vero che la precarietà non aiuta a proiettarsi nell’età della pensione, ma bisogna tornare a diffondere tra i lavoratori queste informazioni». Sul piano delle risorse ci sono delle novità perché alla Regione arriveranno 226 milioni di euro da Bruxelles, soldi che Margaritella si augura verranno utilizzati per le politiche attive del lavoro.

Ai tempi della riforma Fornero la Lega Nord votò contro. «Allora proponemmo anche una mozione di sfiducia nei confronti del ministro – ha detto l’ingegner Dario Galli, già parlamentare del Carroccio e presidente della provincia di Varese – e poi un referendum. Per me è una questione di matematica e buon senso, ci vuole poco per cambiarla evidentemente manca la volontà politica».

Di fatto, come ha precisato Giovanni Tevisio, segretario regionale dei pensionati della Uil, quella riforma ha modificato il modello sociale italiano in modo profondo costringendo il sindacato a correre ai ripari piuttosto in fretta, anche con una class action (azione legale collettiva), perché «le famiglie a rischio povertà in Lombardia sono 300mila». Azione legale che, secondo Luca Marsico, consigliere regionale di Forza Italia e avvocato , non sarà possibile fare. «Votare quella riforma è stato un atto sciagurato – ha detto Marsico – anche per i colleghi del mio partito. Quando viene meno il legame tra elettore e politico  c’è una sospensione della democrazia e queste sono le conseguenze».

Il dopo vacanze della Uil si preannuncia dunque molto caldo, quasi come l’autunno del 1969, perché Barbagallo, che si definisce un «testone determinato», per settembre ha tre obiettivi precisi: riformare la legge Fornero, rinnovare i contratti del pubblico e del privato,  mettere la parola fine all’austerità.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 21 Luglio 2015
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  1. Avatar
    Scritto da Mar79

    Oggi si dice che la legge Fornero ha contribuito a creare disoccupazione, disperazione degli esodati, incertezza, sfiducia, blocco dei consumi interni e conseguente recessione. Tale legge ha però sistemato i bilanci, mantenendo l’INPS nelle condizioni di continuare ad erogare a politici e sindacalisti, pensioni da privilegiati. I partiti che votarono a favore della legge Fornero dovrebbero vergognarsi a presentarsi alle elezioni. Primo tra tutti il PD che appoggiando Monti si è giocato la credibilità storica di partito che tutela gli interessi dei lavoratori. Questi signori, prima di presentarsi in pubblico dovrebbero trovare il coraggio di domandare scusa agli onesti lavoratori. Barbagallo ha detto cose che già sapevamo, propagandando riforme che sin d’ora già sappiamo che cadranno nel vuoto come vane promesse elettorali.

  2. Roberto Colombo
    Scritto da Roberto Colombo

    mi fa piacere che il segretario nazionale della Uil voglia riformare la Legge Fornero e si sia accorto, dopo due anni, degli effetti disastrosi che ha avuto sulla vita dei lavoratori.
    quando la Legge Fornero è stata approvata, la Uil sostanzialmente non ha mosso un dito e quando è stato promosso un referendum per la sua abrogazione, la Uil non ha aderito.
    quello del segretario Barbagallo mi sembra un ravvedimento operoso e spero non eccessivamente tardivo.

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