Camera iperbarica: rapporti tesi con l’Asl
Il centro di medicina di Laveno ribadisce la correttezza della propria azione e nega di essere oggetto di un procedimento penale. L'azienda sanitaria replica specificando le attività svolte in difesa di pazienti
Rapporti ormai tesi tra l’Azienda sanitaria e il centro di medicina iperbarica di laveno Mombello. L’amministratore di quest’ultimo, Tiziana Petoletti, in un comunicato ha negato l’esistenza di un procedimento penale ad personam e ha ribadito la correttezza del proprio operato per aver fornito all’Asl documentazione adeguata ottemperando a ogni richiesta. L’amministratrice nega anche che ci sia mai stata una decisione di chiusura da parte dei NAS: «Ribadiamo di essere stati chiusi perché 2 periti industriali dell’UO operativa Sicurezza sui luoghi di lavoro dell’ASL da un semplice esame visito hanno ritenuto l’impianto pericoloso. Vogliamo essere riaperti dopo regolare sopralluogo precisando che le tanto declamate “carte” sono già in possesso della ASL. Se vogliono gli originali DEVONO venire in struttura».
Per tutta risposta, la direzione dell’ASL Varese ribadisce, in un comunicato che la tutela dei cittadini e quindi degli utenti è, è stata e sempre rimarrà la priorità: « L’Azienda, proprio per questo, ha provveduto, contestualmente al provvedimento attivato collaborazione con il NAS, a contattare la Direzione Sanitaria del Centro affinché venisse assicurata la continuità e adeguatezza delle cure per i malati in carico e in previsione di trattamento, come, per altro, specificamente previsto dai requisiti di accreditamento e valido per tutte le strutture erogatrici, ivi compreso il suddetto Centro.
ASL Varese ha fornito inoltre, ai singoli pazienti, delucidazioni in merito al provvedimento di sospensione dell’attività terapeutica. È anche stata attivata la procedura affinché il Centro garantisse la continuità assistenziale: i pazienti sono stati ricollocati in idonea Struttura Accreditata della Regione Lombardia. ASL ha provveduto anche, attraverso i propri canali istituzionali, ad informare Ospedali e Medici curanti del territorio. Sono state messe in atto tutte le strategie volte a contenere il disagio dei pazienti con adeguata procedura per la gestione di questo tipo di emergenza imprevista, nel rispetto e per la tutela, prima e soprattutto, dei pazienti.
ASL Varese, prendendo atto delle ulteriori e infondate dichiarazioni del Centro, ritiene, quindi, diritto impregiudicabile tutelare l’operato e l’immagine dell’Azienda e del proprio personale nelle sedi più opportune; invitando, d’altro canto, pubblicamente, la Direzione del Centro a voler adempiere a quanto più volte richiesto, proprio a tutela del diritto di salute della cittadinanza».
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