Del Ponte, “La terza fase è indispensabile”
Per l'associazione Il Ponte del Sorriso rinunciare a questo lotto vorrebbe dire ridimensionare l'intero progetto del polo di eccellenza
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’associazione Il Ponte del Sorriso Onlus in merito ai lavori del terzo lotto dell’Ospedale Del Ponte di Varese.
La ristrutturazione ed ampliamento dell’Ospedale Del Ponte era prevista fin dallo studio di fattibilità, in tre fasi. Tale modalità è stata sempre riportata in tutte le varie progettazioni via via approvate dalla Regione Lombardia, che hanno sempre compreso ed evidenziato la necessità della terza fase a livello sanitario. Lo stesso Assessore Mantovani, in risposta al Consigliere Macchi, nella Commissione Consiliare di Sanità del 18 settembre 2013, che chiedeva informazioni circa il progetto del nuovo polo materno infantile, fa riferimento alla progettazione preliminare redatta dal CSPE di Firenze, approvata nel 2008, quale progetto per realizzare un “centro di eccellenza materno infantile” contenente ovviamente la terza fase. Non solo, viene indicato e riconosciuto come interlocutore sinergico e fondamentale il Comune di Varese. Il Consiglio Comunale che ringraziamo di cuore, ha inviato una lettera aperta al Presidente Roberto Maroni che dovrebbe essere, quindi, tenuta in alta considerazione.
Il Direttore Generale dr. Bravi e il Direttore Amministrativo dott.ssa Maria Grazia Colombo hanno fatto un lavoro eccezionale per portare a compimento la seconda fase. Il nuovo padiglione è tutto quanto si possa desiderare per accogliere e curare i bambini al meglio ed in serenità.
Allora perché è così importante la terza fase? Perché rappresenta lo sviluppo futuro dell’ospedale materno infantile. Oltre ad essere il completamento del quarto di un piano rimasto al rustico nel padiglione nuovo, è la ristrutturazione del padiglione attuale per creare nuovi servizi e ospitare le specialità pediatriche rimaste sparse sul territorio; è l’abbattimento dell’ottagono per realizzare nuovi ambulatori, studi medici più funzionali alla portata del nuovo ospedale, spazi per la ricerca. L’ultima parte del nuovo padiglione è quasi attaccata all’ottagono proprio perché ne era prevista la demolizione. La hall è una minima parte dell’intervento ma anch’essa fondamentale e non un abbellimento estetico. Senza sfarzo, ma degna di un ospedale di rilievo, con la sua portineria/punto informazioni, rendendo così possibile separare l’ingresso del Pronto Soccorso delle mamme e delle donne, dall’ingresso comune a tutti. Come in ogni ospedale che si rispetti, l’accesso al Pronto Soccorso è diverso da quello dei visitatori e da tutti gli altri e non è certo condiviso con il punto informazioni.
Senza sfarzo, ma bella quel tanto da rendere l’ospedale integrato in piazza Biroldi, riqualificandola nel giusto rispetto di chi vi abita e delle migliaia di persone che ogni giorno, anche da oltre Varese, giungono nella “land of turism”. Una hall contro il degrado che non piace a nessuno.
La terza fase è la creazione di una struttura a fianco e intorno a quella nuova , con servizi accessori è vero, ma indispensabili e funzionali se si vuole un polo materno infantile di eccellenza.
La terza fase vale 10-15 milioni di euro, su 50/55 totali finali. Solo un quinto, più o meno, che, però, significa essere un ospedale di provincia oppure un punto di riferimento regionale e nazionale. Se non venisse realizzata vorrebbe dire un ridimensionamento del progetto del Ponte del Sorriso.
Noi stiamo dalla parte dei bambini, delle mamme e delle donne.
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