Arcisate Stabio, giudici perplessi ma Rfi andrà avanti
C'è un parere negativo della corte dei conti sugli smaltimenti e una citazione in tribunale della ditta estromessa. Ma davvero possono bloccare tutto? Secondo Rfi no
![arcisate stabio](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2015/03/arcisate-stabio-440050.610x431.jpg)
Ostacoli in vista al cantiere della Ferrovia Arcisate Stabio, che Rfi ha riappaltato alla Salcef di Roma, dopo la contesa con la Ics di Claudio Salini: una delibera della Corte dei conti ha dichiarato non legittima la variante del Cipe sullo smaltimento delle terre nella cava Femar di Viggiù, e inoltre la ditta estromessa dai lavori, la Ics, ha presentato un atto di citazione in tribunale a Roma contro Rfi in cui chiede danni per 10 milioni di euro.
Non è chiaro tuttavia se queste problematiche possano davvero bloccare i lavori, dopo che a luglio è stato firmato il contratto che consente alla nuova ditta di iniziare le lavorazioni, e in previsione della riapertura del cantiere vero e proprio a settembre. Secondo Rfi, la delibera della Corte dei conti non costituirà in realtà un problema perchè si tratterebbe solo di un problema burocratico di contratti: dunque è ipotizzabile che tra qualche mese possa passare una nuova scrittura al Cipe con l’aggiornamento dei costi e tutti i giustificativi. In ogni caso, Rfi (in questo vido) ha spiegato che il cantiere può riprendere su tutti gli altri fronti e che lo smaltimento delle terre è solo una parte del problema.
LA CORTE DEI CONTI
La Corte tuttavia era stata chiamata a esprimersi a giugno ha considerato “non conforme a legge la Delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica – CIPE n. 44 del 10 novembre 2014. Programma delle infrastrutture strategiche (Legge n.443/2001). Nuovo collegamento ferroviario Arcisate – Stabio: sistemazione ambientale ex cava Femar e CSFB02. Approvazione variante al progetto definitivo. CUP J31H03000530001, in quanto non ha tenuto conto dell’incremento del finanziamento dell’opera, delle modificazioni intervenute e del loro impatto economico, anche in relazione alla modifica, in sede di conversione, del D.L. n. 133/2014″.
LA CAUSA
Secondo la Salini, che ottenne nel 2006 l’appalto per 138 milioni di euro con un ribasso del 25%, questa pronuncia dovrebbe bloccare la cose. “Ad oggi, la delibera è pertanto assolutamente inefficace, essendo stata giudicata non conforme a legge da parte della Corte dei Conti divenendo non più attuabile la realizzazione dell’opera così come bandita ed aggiudicata in data 09.06.2015 – scrivono gli avvocati di Claudio Salini nell’atto di citazione contro Rfi – tale affermazione, sempre secondo le eccezioni della Corte dei Conti , sembra collidere con l’incremento di costo dell’opera di 38 milioni di euro, del quale, peraltro, non si conoscono le motivazioni, che dovrebbe trovare copertura a valere sulle maggiori risorse disponibili per il predetto Contratto di programma 2012- 2016 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e RF/ S.p.A., non ancora approvato ai sensi di legge”.
IL FUTURO
Chi ha ragione? Il 3 agosto arriva il ministro delle infrastrutture Del Rio. Il sindaco di Induno Olona Marco Cavallin da credito a Rfi, mentre un comitato guidato dal leghista Alberto Cavallin invece spinge invece sull’ipotesi del blocco della delibera delle corte dei conti. Vedremo.
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