Il futuro del Borri? Negozi, scuola e appartamenti
Gigi Farioli detta le linee che dovrebbe seguire la struttura: prima il parco, poi l'esterno e alla fine l'intero. E questo potrebbe essere (davvero) l'anno decisivo

Arriverà entro fine anno quello che Gigi Farioli definisce il «piano attuativo definitivo» per dare una nuova -forse definitiva- sferzata al Calzaturificio Borri, l’area acquistata dal comune ma mai utilizzata. «Abbiamo un progetto in più fasi ed entro qualche mese definiremo cronoprogramma e tempistiche» spiega il primo cittadino a margine del “caffè” con i giornalisti.
Stando alle anticipazioni il piano di recupero dell’ex calzaturificio sarà in tre tempi: il primo riguarderà il parco alle spalle della struttura, oggi convertito in parcheggio per i dipendenti comunali, e punta a toglierci le macchine per ridarlo alla città. Con la seconda fase si andrà invece ad intervenire sulla struttura «attraverso un intervento di manutenzione e salvaguardia delle facciate» mentre la terza e ultima fase sarà quella che decreterà il destino dell’ex fabbrica.
Ed è proprio questa terza fase quella chiave nella trasformazione. Una parte della struttura dovrebbe essere convertita a scuola «o comunque con attività legate ai bambini e ai ragazzi» ma sempre e comunque con un «respiro internazionale». Non è un mistero, infatti, che in alcuni membri della giunta è nata l’idea di portare lì una scuola bilingue, ma nel vasto edificio ci sarà spazio anche per altro: spazi commerciali e aree residenziali. Il leitmotiv sarà infatti quello che qualunque cosa si faccia nel Borri «dovrà essere in grado di autosostenersi» e l’amministrazione «si sta muovendo proprio in questa direzione.
In effetti un annuncio molto simile era già arrivato nel 2014 ma per l’edificio comprato nel 2001 per 8 miliardi di lire (e mai utilizzato) nulla è cambiato, almeno internamente. Perché poco distante, a Palazzo Gilardoni, nei mesi scorsi qualcosa di grosso si è mosso. La giunta ha infatti dato il via libera per la realizzazione di medie strutture di vendita da 2.500 metri quadri e tra le aree papabili per questo genere di realtà è stato inserito anche il Calzaturificio Borri. Una possibilità, che come le altre, per ora rimane solo sulla carta.
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