Poste, “un lombardo su tre avrà la corrispondenza a giorni alterni”
Lo sostiene l’onorevole Gadda in un’interrogazione. “Colpiti i piccoli centri già sottoposti alle chiusure. L’azienda rispetti la direttiva europea”

Nel nuovo piano aziendale di Poste Italiane è prevista l’introduzione della distribuzione della corrispondenza a giorni alternati, a regime dal 1° febbraio 2017, coinvolgendo fino al 25% della popolazione.
In Lombardia questa scelta si traduce nel fatto che quasi 1 cittadino su 3, potrebbe entro il 2017 perdere l’accesso alla corrispondenza quotidiana.
A lanciare l’allarme la deputata del Partito Democratico, Maria Chiara Gadda, che ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro Guidi in merito alla ipotizzata distribuzione della corrispondenza a giorni alternati.
«Il servizio universale di distribuzione della corrispondenza è un diritto riconosciuto dall’Unione europea, che spetta ad ogni persona giuridica o naturale: Poste Italiane non può venir meno a questo obbligo e AGCOM deve vigilare affinché la direttiva europea sia rispettata nel nuovo Piano aziendale».
Una “manovra”, quella di ridurre la distribuzione postale puntando sui giorni alterni, che colpirà circa 15 milioni di cittadini, soprattutto quelli che abitano in centri abitati medio-piccoli: sotto i 30 mila residenti o i 200 abitanti di densità.
«Un cronoprogramma – dice la deputata – già posto sotto la lente dell’AGCOM che ne ha ridimensionato l’impatto, ma non in termini ancora soddisfacenti. Un progetto che rigettiamo, perché danneggia l’utenza più fidelizzata, quella che ha sottoscritto abbonamenti a quotidiani o settimanali che necessitano di una distribuzione puntuale, rende più povero e meno capillare un servizio che dovrebbe essere garantito senza distinzioni tra aree periferiche o zone centrali, o città di medio grandi o medio piccole dimensioni».
Va ricordato che questa “novità” si accompagna alla già annunciata riduzione degli sportelli postali: 65 chiusure nella Lombardia e 121 riduzioni d’orario nella nostra regione.
«Poste Italiane, dopo l’incontro con il sottosegretario Giacomelli e il presidente di AGCOM Cardani, si era impegnata a coinvolgere gli Enti locali nell’attuazione del piano su quest’ultimo punto. Un’affermazione di metodo sicuramente positiva ma che lasciava e lascia tutt’oggi ancora importanti interrogativi aperti. Quali le ricadute nella provincia di Varese? Come il Ministero garantirà il rispetto della direttiva europea sul servizio universale?» interroga la parlamentare.
«La previsione di Poste Italiane rischia di porre il nostro Paese in una situazione di infrazione, fermo restando che la consegna a giorni alterni è consentita solo in casi eccezionali. Il Governo sono sicura monitorerà, come ha fatto in queste settimane, affinché l’azienda non venga meno al suo obbligo. Il percorso da individuare nelle prossime settimane deve essere di ascolto e confronto con ANCI e regioni: non è pensabile che una azienda pubblica pensi solo al fatturato, facendo utili sulle spalle delle fasce più deboli della popolazione» conclude la Gadda.
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