Via Francigena, ventesima tappa: da Sutri a Campagnano

Il direttore di VareseNews Marco Giovannelli ha quasi completato il viaggio: nella terzultima tappa tra i pellegrini s'intrecciano "euforia e dispiacere per la fine di questa straordinaria avventura"

Via Francigena, ventesima tappa: da Sutri a Campagnano

Partiamo dalla fine perché lo merita alla grande.
Per questa notte abbiamo scelto un B&B perché ci sono arrivate pessime notizie riguardo all’ostello del pellegrino a Campagnano. Siamo alla Casa nel borgo, un luogo delizioso e pieno di cura in ogni particolare. Stasera cucino io in omaggio a questo trio che da giorni condivide il cammino. Richard mi ha chiesto ravioli al ragù e verrà accontentato. Poi come antipasto e secondo piatto un fresco prosciutto e melone e chiuderei con il cocomero, o anguria come la chiamano al nord. Il tutto innaffiato, per i miei amici perché io non bevo, con del buon vino bianco.
Mancano ormai solo due tappe e la notte di domani è l’ultima, nell’aria c’è un mix tra euforia e dispiacere per la fine di questa straordinaria avventura. Oggi è stata tosta. Non sono tanto i 27 chilometri, che in ogni caso non sono pochi, ma un mix di fattori. Il caldo da una parte e una strada polverosa dall’altra, in cui a tratti si affondava nella terra, hanno reso davvero faticosa questa tappa. Poi, come capita sempre, l’arrivo prevede una bella rampa per superare i cento metri di dislivello e così si può intendere il perché siamo tutti e tre abbastanza cotti.
Una tappa che non ha particolari cose da raccontare. Sutri non l’abbiamo di fatto vista perché siamo partiti prestissimo e ci siamo subito buttati sui pochi metri di Cassia da percorrere per poi prendere la strada locale per Monterosi. Alcuni bei tratti di campagna che dopo una decina di chilometri ci hanno portato nell’ultimo paese del Viterbese. Li abbiamo fatto una prima pausa con una nuova colazione e una piccola spesa in previsione del pranzo. Altri dieci chilometri per arrivare a Monte gelato, curioso nome per una zona che oggi era una fornace. Immersi nella valle del Preja abbiamo fatto una nuova pausa per mangiar qualcosa e da lì siamo poi ripartiti per Campagnano. L’ultimo tratto è tutto immerso nel parco regionale di Vejo anche se la riflessione comune è stata quella di un forte rammarico per la tanta spazzatura che si incontra quasi ovunque. Dispiace veder tanta incuria in luoghi in cui la storia e la natura parlano. Ma tanto è. La sensazione è che ci sia anche una minore consapevolezza rispetto al cammino e alla Francigena. Sensazione che non si prova quando si arriva alla Casa nel borgo dove si sono dotati anche del timbro per le credenziali. Con orgoglio ci dicono “Certo che lo abbiamo, ce lo hanno consegnato quelli dell’associazione europea delle vie Francigine”.
Campagnano è uno dei primi comuni in provincia di Roma. Il paese è cresciuto molto negli ultimi anni, ma il centro storico, carino e tipico come molti in queste zone, risente di uno stato di semi abbandono. Ci stiamo avvicinando a Roma e si avverte dal dialetto, dalle bandiere delle due squadre di calcio capitoline e anche  dal paesaggio.

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Via Francigena, 20esima tappa: da Sutri a Campagnano 4 di 15

Da Viterbo stanno camminando parallelamente a noi anche due fratelli di Pistoia. È piacevole confrontarci e scoprire anche nuove cose. Quirino e Luca hanno iniziato con la tappa di Bolsena. Il primo insegna chitarra e ha la passione per la coltivazione di peperoncini. Li conosce e assaggia tutti, anche quelli che hanno un nome che è tutto un programma, come quello che si chiama Vietato. Ieri sera raccontava aneddoti divertenti con situazioni davvero bizzarre. Luca è maresciallo dei carabinieri ed è lo sportivo della famiglia. Ha corso diverse maratone e anche gare sulla lunga distanza. Con i suoi 46 anni è il “giovane” dei due e quello che da il ritmo al cammino. Con tutta probabilità saremo insieme anche domani sera. Oggi dividiamo i nostri giacigli perché loro sono andati all’hotel Benigni confidando nel buon nome del posto.
Domani abbiamo una tappa che si preannuncia interessante e che dopo 24 chilometri ci porterà a La storta, alle porte della capitale.
Ci siamo quasi…
A domani.

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Pubblicato il 09 Luglio 2015
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