L’addio a Fabio Castano

Tanto popolo di destra, molte persone del quartiere dove abitava, ma anche avversari politici e il gonfalone del Comune, al funerale dell'ex vicesindaco di Gallarate

funerali fabio castano

Moltissima gente si è raccolta nella chiesa parrocchiale di Arnate e nella piazza antistante, per dare l’ultimo saluto a Fabio Castano, 55 anni, figura di primo piano della destra in città ed ex vicesindaco all’inizio degli anni Duemila.

Fabio Castano se n’è andato strappato da un male incurabile, contro cui ha lottato per mesi. La moglie Anna e il figlio Manuel l’hanno ricordato con un messaggio che ha raccolto parole scritte anche nei mesi scorsi, fino all’ultimo giorno, il 6 agosto. «Ovunque tu sia sappi che il mio amore per te non ha confini, in tutti questi mesi non abbiamo smesso di lottare, ti abbiamo tenuto in vita con il nostro amore» scrive la moglie. «Io e Manuel ti abbiamo accudito, coccolato, amato, ma tu te ne sei andato stanco e stremato, forse abbiamo preteso troppo da te. Perdonaci, ma il nostro amore non ci permetteva di arrenderci e di lasciarti andare».

C’erano molte persone del quartiere dove ha vissuto (in una vecchia casa con cortile, tra la piazza e la via che porta in centro a Gallarate), c’era tanta gente che con lui ha condiviso la passione per la politica, a volte su sponde opposte. C’erano tanti che fanno parte del popolo della destra nei suoi mille rivoli, più o meno di potere o militanti, da Romano La Russa agli assessori (alcuni passati oggi in Forza Italia), dagli ultras del Varese a chi indossava evidenti i simboli del fascismo: alla fine hanno salutato con il braccio teso e il saluto romano il «camerata Fabio Castano presente».

Ma c’erano anche avversari politici, sulla piazza (uno su tutti: l’orgoglioso comunista Osvaldo Bossi), riconoscendo il valore umano al di là degli schieramenti. C’erano uomini del centrodestra gallaratese come Nino Caianiello, Donato Lozito, c’era anche il gonfalone del Comune di Gallarate e c’era anche l’assessore Alberto Lovazzano, a rappresentare con il tricolore l’ente comunale.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 08 Agosto 2015
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