Isolino Virginia, stop al pontile
Bloccata l'installazione del nuovo manufatto comprato dall'amministrazione. Si deve pronunciare la Soprintendenza sulla scorta di una relazione archeologica sui fondali
Palafitte e pontile sono compatibili? Sembra questo il dilemma che ha determinato uno stop al pontile dell’Isolino Virginia (che riapre a ferragosto). La Soprintendenza non ha ancora dato il suo nullaosta. La speranza è che i problemi si risolvano ma intanto il nuovo corso dell’isolino inizia senza una delle infrastrutture che l’amministrazione comunale di Varese aveva acquistato appositamente per l’isola.
Il pontile è arrivato lo scorso 30 luglio sul lago, e l’avvenimento è stato documentato dall’assessore Riccardo Santinon su facebook. E’ costato 40mila euro, metà finanziati dalla Regione. «Credo sia solo questione di tempo – chiarisce l’assessore alla cultura Simone Longhin – mi risulta che fosse stato in un primo momento autorizzato, ma in realtà ha una lunghezza maggiore rispetto a quella ipotizzata in prima battuta. Per questo motivo, occorre che la Soprintendenza si pronunci, e credo che dopo il ferragosto ci darà una risposta».
Il problema è che il manufatto rischia di coprire un po’ troppo o di interferire con i resti palafitticoli e questo potrebbe essere un controsenso, visto che l’Isolino Virginia ha una sua valenza internazionale poiché è inserito nel novero dei 111 siti palafitticoli dell’arco alpino (bene Unesco) ed è anche vincolato. Nel frattempo si continuerà ad usare quello vecchio, e quindi nessun problema per l’accessibilità.
La Soprintendenza si pronuncerà dopo aver anche visionato una relazione archeologica. Alla fine di luglio sono giunti sull’Isolino un gruppo di sommozzatori tedeschi, deputati proprio a valutare lo stato di conservazione dei resti palafitticoli. «Sono stati ottenuti risultati molti interessanti – conferma l’archeologa Daria Banchieri del Musei di villa Mirabello e del comune di Varese – si è potuto verificare e individuare molte cose. Sott’acqua ci deve essere un monitoraggio costante di questi materiali. Tutt’intorno all’isolino é pieno di strutture palificate molto interessanti e strati archeologici che saranno oggetto di ricerche, analisi e datazioni. Abbiamo inviato alla Soprintendenza una relazione su queste ricerche, e non sul pontile, sulla cui compatibilità si dovrà esprimere la Soprintendenza stessa. Questo luogo infatti è tutelato fin dal 1922».
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Prima di spendere tanti soldi per un pontile non sarebbe stato comunque meglio acquisire il nulla-osta della Sovrintendenza? E non si sarebbe potuto risovere il problema dell’accesso all’Isolino con un semplice PONTE DI BARCHE, come si vede su tanti corsi d’acqua, senza alterare il fondale ?